recensioni dischi
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BUVA  "Quarantena"
   (2020 )

“Quarantena” è un album il cui titolo indubbiamente include una certa terribile componente di attualità, riferita agli eventi che l’umanità sta oggi subendo. Tuttavia i presupposti che costituiscono la base alle liriche ed alle idee musicali fanno sì che il medesimo titolo assuma, diversamente, una valenza che fa simpatia. E’ un album i cui brani sono idealmente scomponibili in amore e non amore, denuncia sociale, ironia, sentimenti e riferimenti autobiografici. Tra il pop e la musica leggera cantautoriale, si sentono melodie e liriche semplici, facilmente etichettabili come mainstream. Si tratta però di un album autoprodotto. Ciò è sufficiente a far credere che i brani siano per lo meno autentici, quindi nati sotto nessuna algida pressione di sinistri discografici. Ha caratteristiche, a detta dell’autore, di un disco del passato che “parla dell’oggi al pubblico d’oggi”. E lo fa anche grazie ad importanti collaborazioni di musicisti noti nell’ambiente. “Le faremo sapere” è un’apprezzabile iniezione di ottimismo da parte del personaggio del testo, che è del tutto sicuro di trovare un’occupazione solo perché crede, come giustamente recita uno dei fondamentali principi costituzionali, “nella Repubblica italiana fondata sul lavoro”. A parte ciò, la struttura musicale del brano è interessante perché ricca e ben articolata. “Insieme” è cool ed estiva, colorata e suadente. Lascia figurare il sole pomeridiano, la spiaggia, la brezza marina, i passaggi veloci in bicicletta, col vento ed il sole tra i capelli. “Un bellissimo giorno” e “L’amore nei particolari” sono melodicamente leggeri e trattano di gesti, situazioni quotidiane appartenenti ad un certo modo cantautoriale di pensare, tipico poi nel rilevare e descrivere circostanze semplici o semplicistiche. “Sud” è ritmicamente attraente e, direttamente ed indirettamente, celebra il Meridione italiano. Al contempo ricorda musicalmente un certo Battisti dei primi anni ottanta del secolo scorso, quello più moderno e liricamente più interessante. Poi la samba di “Amore brasileiro”, ritmata e colorita, protesa, con tutte le buone intenzioni, a celebrare una storia importante. “Libera” invece ha i suoi tipici arrangiamenti a sostegno di liriche dal cantautorato pulito e calmo, a sua volta celebrativo di esperienze di vita vissuta. “Musa come sei” include poi un’apprezzabile scelta degli arrangiamenti, truccati al punto giusto da conferire alla canzone una bella atmosfera (anch’essa) estiva, pomeridiana, leggera, che passa-e-non-te-ne-accorgi-e-allora-torni-a-sentirla. “Anacronismo”, con la sua chitarra acustica in prima linea, ha versi che sanno un po' d’altri tempi, metaforici, per narrare ancora una volta di storie moderne. E alla fine la malinconia, in partitura per pianoforte, di “A prima vista”. A conclusione dell’album, in una melodia che sembra non voler finire, non voler abbandonare il castello emozionale fin’ora costruito, andandosene poi con un semplice “Io non voglio”. Album, questo, di esordio di Buva. Album semplice, dal suono pulito, in cui si riscontra spesso la musicalità della parola, la luminosità degli arrangiamenti. Album, però, certamente non originale e dal tocco decisamente radiofonico. Al punto tale che non si direbbe appartenga ad un artista che si è autoprodotto, che abbia, cioè, avuto l’occasione e non abbia colto il lusso di sperimentare qualcosa di diverso, più discostante ed originale rispetto agli standard musicali pop e cantautoriali della musica italiana. Nonostante ciò, si percepisce una certa consistenza di idee, che vien fuori anche grazie agli arrangiamenti ed alle esecuzioni dei vari musicisti ospitati. Ciò lascia certamente presagire e sperare in meglio, per il futuro. (Vito Pagliarulo)