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GIULIO KALIANDRO  "Non toccate i bambini"
   (2020 )

Giulio Kaliandro è un polistrumentista, produttore e compositore di Taranto, con all’attivo una manciata di 45 giri e due album. “Non toccate I bambini” è il suo terzo assalto e lo fa con l’animo da rocker purosangue, chiamando a raccolta pregiati musicisti come Andrea Braido e Luigi Schiavone, tanto per citarne un paio. I nove pezzi in elenco toccano, principalmente, argomenti di un certo peso, dai quali non si dovrebbe mai distogliere l’osservazione e la vigilanza. Giulio opta per una marcia moderata, per srotolare la lista con la linearità, comunque scalpitante, di “Assonometria”, ma poi entra in campo la tematica tosta di “Gamines”, accorata denuncia verso coloro che braccano bambini per espiantare organi, e lo fa con un mood intenso, profondo e mai retorico. E, visto che tocchiamo un argomento scottante come l’infanzia, Kaliandro graffia di brutto con l’efferata titletrack, gonfiando muscoli vocali e chitarre. Come si fa a non essere d’accordo nel condannare i misfatti orrorifici di Bibbiano? Giulio sputa velenosa energia come un elettroshock, simile a quello scaricato su ignari bambini da menti distorte, bambini manipolati nel corpo e nella mente. Con la stessa abrasione, in “Bisonti in alto mare” il rocker punta il dito sulle fuorvianti illusioni che riserva il web, in cui emerge la rabbiosa rassegnazione di essere tutti pazzi, rassegnazione alla quale non ci si deve arrendere, nella speranza di essere ancora in tempo per riequilibrare il senso critico. It’s only rock’n’roll? Yeah! Ma almeno si pondera, si ragiona, ci si allerta per non farci bere il cervello, proteso alla ricerca maniacale del consenso: perciò, “State attenti” è una bomba fibrillante che prosegue la detonazione anche nella “Via della Ribeltà”. Le risacche ballad sono riservate al trittico ”Gli amori importanti”, “Principessa” e “Tarant nuestr”. In particolare quest’ultima, dal forte impatto emotivo, è una traccia per non dimenticare mai la notevole morìa di operai dell’ex-Ilva (tra questi, i genitori dello stesso Kaliandro), della sua natia Taranto che non si arrende mai, continuando imperterrita la ricerca della verità. Di Kaliandro ci possiamo fidare ad occhi chiusi, non solo per la fitta esperienza collaborativa maturata negli anni con fior di nomi (Rick Wakeman, Billy Preston, Banco, Le Vibrazioni, Aida Cooper e molti altri), ma anche per l’evidente veracità espressiva e compositiva, che l’ha portato a vincere riconoscimenti non trascurabili, tra i quali il “Premio Rino Gaetano” del 1984. In “Non toccate I bambini” si avverte, quindi, l’urgenza declamatoria di Giulio di non obliare presto deprecabili follie umane ed additare, senza mezzi termini, lo smarrimento del pensiero consapevole e la rinuncia alla propria identità per elemosinare un misero “like” in più. (Max Casali)