HAIRY MUSSELS "Cozzilla"
(2020 )
E’ ruvido, aggressivo e apertamente malevolo “Cozzilla”, sette tracce per la Seahorse Recordings di Paolo Messere che segnano il ritorno del trio Hairy Mussels – Danikomio, Grace e Pietro – a due anni dall’esordio di “Noise ‘n’ Oysters”.
Sono sette bordate incattivite, rigonfie di un’elettricità nervosa e rumorosa di derivazione mista: accanto ad una solida matrice stoner trovano spazio brani che valicano i canoni di (sotto)genere, spingendosi fino alla personale rilettura in chiave (post)punkettara di una materia ben padroneggiata, sontuosamente declinata in un linguaggio che lambisce il noise.
Molteplici anime nere convivono in una musica strozzata, violenta, congesta, priva di sollazzo alcuno come di un qualsiasi sprazzo di leggerezza. Il brutale assalto singhiozzante à la Helmet di “Waterboarding”, l’accelerazione in stile Cloud Nothings di “Blackstar”, l’elaborato intrico à la Sonic Youth di “Feast”, sorta di tarantella luciferina sventrata da urla barbariche, la cadenza assassina di una “Rise” che ricorda gli Stone Temple Pilots sono altrettante variazioni ad un canone mandato a memoria e maneggiato con la lucida ferocia dei veterani. La stessa che devia l’andatura quasi baggy (sic!) di “Mummified” verso un dedalo di ipnotica ossessività, la medesima che soffoca in una tempesta stordente l’ingorgo à la Unsane della conclusiva “Spiral”, satura e spigolosa fino alla soglia del dolore.
E’ il suggello a ventisei minuti di pura tensione, condensata in una musica compatta, agonizzante, cruda, addirittura efferata. Un piccolo gioiello, per intenditori e adepti del culto. (Manuel Maverna)