LAURA PAUSINI "From the inside"
(2002 )
Ci stavano provando tutte, le eroine latine, a passare dallo "span" al "glish": Jennifer Lopez, Paulina Rubio, Shakira, e alla fine era giusto che tentasse anche lei. Perchè dopo il successo con le versioni spagnole dei suoi album, lanciarsi sul mercato americano era occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Ma la cosa arrivò vicino al flop. Era il 2002, e Lauretta nostra si mise di buona lena, incidendo il suo disco in inglese. Ma le mancava qualcosa, rispetto ai nomi già detto: non sculettava. "Sono una da teatro, invece mi facevano promuovere il disco pensando fossi una cubista": senza il pandoro della Jennifer, senza la danza del ventre di Shakira, non aveva grandi doti extravocali per sfondare. E non servì l'occhio malizioso sulla copertina, o il titolo da far credere ad un porno ("Laura Pausini dal di dentro"), nè una blanda mise più sexy per le foto, proprio non era nelle sue corde. E nemmeno in Italia ci fu il boom, perchè non era davvero quello che da lei si aspettavano le frotte di ragazzine che si rinchiudevano nei loro walkman a sentirla cinguettare degli amorini dell'età. "Ai reisch mai ends end ai sciurrender", con la sua esse fatta di squaquerone e rucola, non era la stessa cosa: cinguettare in inglese, proprio no. Sarebbe stato il suo unico tentativo, ma in fondo anche con le solite cose caserecce non è che la sua carriera andasse proprio male, quindi... (Enrico Faggiano)