recensioni dischi
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HELLCOWBOYS  "Mondo bastardo"
   (2020 )

A due anni di distanza dal debutto con il nuovo moniker, i romani Hellcowboys sono tornati con “Mondo Bastardo”, pubblicato nell’autunno dello scorso anno. I pezzi, condensati in poco più di trentotto minuti e cantati sempre in inglese, sono in totale nove e sovente influenzati dall’interpretazione panteriana del thrash metal, ma nel complesso mai troppo simili tra loro. “Mondo Bastardo” si apre con il groove fitto della titletrack, che dà l’impressione di potersi calare alla perfezione nella dimensione live, e prosegue con “Psychosis”, appena più classicheggiante, ma non meno ispirata. “Immeritocracy” si inserisce in questo contesto e rimane fedele al genere, mentre la robustissima “Injustice For All” propone interessanti aperture in direzione sludge. A metà dell’opera s’incontra il pezzo probabilmente meno a fuoco del lotto, “Mr. Hypocrisy”, che rimane ancorata a schemi troppo classici e non brilla, ma le successive “Sick And Broken”, ancora in territori panteriani, e “Southern Journey”, con l’atteso filtro southern rock mancato negli altri brani, risollevano l’asticella. Nel finale, invece, i capitolini tornano a correre: prima “Head Up”, col suo solidissimo groove, poi “Fight For Life”, con lo sguardo un po’ rivolto alle manifestazioni storiche più nobili del thrash metal. Rispetto a due anni fa, gli Hellcowboys appaiono più maturi e più consapevoli della strada da percorrere: “Mondo Bastardo” è un prodotto che risulta gradevole anche senza emanciparsi totalmente dalle proprie influenze. (Piergiuseppe Lippolis)