ANTHONY "Walking on tomorrow"
(2020 )
Il chitarrista e compositore milanese Anthony Valentino, dopo anni passati a suonare nei Night Road, decide di iniziare un percorso solista. Ne esce l’album “Walking on Tomorrow”, dove esprime tutte le sue influenze del rock anni ’80, con gradazioni che vanno dal hard rock all’heavy metal classico, condendo le musiche con testi introspettivi. Si passa dal talk box applicato alla chitarra in “Sweet Hell”, di samboriana memoria (per tutti: il “uà-uà” in “It’s my life” di Bon Jovi), a un palm muting aggressivo nelle strofe di “I want a lie”. Ci sono anche brani dal gusto narrativo del progressive, come “The old witch”, mentre “Run oh my baby” is only rock and roll, duro e semplice. Ancor più veloce è “Get off”, ed Anthony prorompe più volte in assoli virtuosi. “Another way” resta in questa corsa avventurosa, e la voce di Anthony è affiancata da un’ospite femminile. “Your eyes” smorza la velocità ma non la potenza, e inizia ad addentrarsi in lande più buie, richiamando gli stilemi dell’horror. Il brano acustico e lento è “My light found in the rain”, e poi si continua con una grinta da motociclisti, con “Night after night”. La canzone è dedicata alla superiorità femminile, di cui Anthony è convinto assertore, e nel bridge una donna ci sbatte nelle orecchie i sussulti di un orgasmo che noi uomini non sapremo mai cos’è. Un’altra squillante voce femminile canta con piglio da cowgirl in “American Dream”, che ha i connotati di un festoso country rock, con tanto di pianoforte. Conclude l’album “Scathing time”, proposta in due versioni; una canzone antiguerra, in cui uomo e donna cantano insieme su un incedere lento ed epico. A metà brano si affaccia una voce maschile “avversaria”, affine a quella di James LaBrie. Il tutto finisce con l’atteso assolo che suggella il brano, mentre l’arrangiamento viene rinforzato da quei tipici synth brass ottantiani. Un album che si propone con gli stilemi dei classici, per chi ama il classico rock e quello che ci gira intorno. (Gilberto Ongaro)