recensioni dischi
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RAFAEL TORAL  "Constellation in still time"
   (2020 )

Il musicista portoghese d’avanguardia Rafael Toral riprende un’idea mai messa in cantiere. “AER 7” era una traccia per sola chitarra acustica (drone guitar), parte dell’album “Sound mind sound body” del 1994. L’idea era di prendere quella traccia, di 12 minuti, e prolungarla, rallentarla, cercando i musicisti giusti in grado di sintonizzarsi col concetto. Ora che sono arrivati, la musica prende il nome di “Constellation in still time – AER 7 G”, disco appena uscito per Room 40 Records. Negli anni, Rafael ha esplorato la drone music e la manipolazione profonda di impulsi noise, in performance quasi teatrali con la tecnologia. Gli impulsi qui, invece, sono tonali, ma le sequenze sono programmate in maniera da evitare le ripetizioni, in modo da non chiudersi mai in un loop. Si tratta di un continuo dialogo fra sei strumenti: pianoforte, arpa, clavinet, vibrafono, rhodes, e onde sintetizzate generate a computer. “Constellation in still time – AER 7 G” si presenta come un’unica traccia di 72 minuti, ma è idealmente suddivisa in sei movimenti, anche se non si percepisce il passaggio da uno all’altro, se non leggendo il minutaggio. Ogni suono emesso dagli strumenti è nei primi movimenti (I e II), nettamente distinto l’uno dall’altro, come un insieme di segnali che altro non rappresentano che la propria posizione. Questa costellazione musicale aumenta leggermente il contatto fra singole “stelle – strumenti”, a partire dal movimento III fino al IV, facendo incontrare le note in maniera quasi casuale. A modo suo, si tratta di un lavoro ambient. Questa esposizione orizzontale di suoni cerca di trascendere la concezione melodica o ritmica della musica, per dare solo impulsi che siano significanti da soli, con la propria altezza e la propria durata intera nel tempo, finché si smorzano. Come stelle che, da qui, si vedono brillare e indebolirsi di continuo, fuori dal tempo e dallo spazio conosciuto. (Gilberto Ongaro)