recensioni dischi
   torna all'elenco


MAD MUSEUM  "It seems legit"
   (2020 )

Non appena ho dato il primo play all'album di debutto ''IT SEEMS LEGIT'' dei MAD MUSEUM, ho pensato a termini come: bravi, impeccabili, precisi, energici, coesi. La voce di Caterina? Sa cantare! E' forte, piacevole, versatile, professionale come il resto della band (al seguito Sebastiano, Daniele e Francesco), che non sbaglia un colpo.

Non c'è dubbio che il mondo è quello, è rock, è metal e ti vedi subito ad un festival a pogare con i Mad Museum in apertura, perché no, di headliner come gli Evanescence e Lacuna Coil.

Scorro brani come ''Mad'', il primo singolo, e poi ''Keep rolling'' il secondo, che ho trovato musicalmente più sexy e interessante del primo (i colori funk danno inevitabilmente questo esito). E poi ''Where is my aim'', ''Don't say a word'', e così a scorrere tutti brani i cui testi sono volutamente espressione della follia insita nel nostro cervello, o meglio... nel 'museo dei nostri pensieri' (cit.).

Fin qui tutto ok, ma durante l'ascolto ho iniziato a perdere la concentrazione, a confondere dove era iniziato il primo brano e dove era finito l'ultimo. Ho pensato che, ahimé, ad un certo punto tutto stesse perdendo dinamica.

Cosa manca? In realtà ai Mad Museum non manca proprio nulla, perché hanno tutto ciò che consenta loro di sviscerare cosa realmente può fare la differenza e che già si intravede timidamente in alcune tracce.

Quando è partita ''Mesmerise'' (la ballad che in un album così non deve mai mancare) ho visto la risposta. Finalmente non mi trovavo più soltanto di fronte ad un palco, ma proiettato fuori, in un ambiente nuovo, ricco di sfumature, atmosfere e tutto ciò che la musica deve saperti suscitare sempre, per essere vincente.

Dove c'è emozione ed empatia, c'è il gancio. Sei 'preso' e allora ti accorgi che, anche al di fuori delle ballad, i Mad Museum sanno tirarti fuori inaspettati momenti come lo special di ''Give me one'' e maggiori evoluzioni di arrangiamento come in ''Cruel desire''.

Conclusione? Per essere un primo album, è un ottimo lavoro, ma per distinguersi suggerirei alla band di approfondire la 'visione' che già possiede, affidandosi proprio a quei ganci in modo molto più ampio e strutturato. Le carte ci sono tutte! (Alessandro Buono)