MoE & PINQUINS "Vi som elsket kaos"
(2020 )
Rumori inconsulti arrivano dalla Norvegia, provenienti dall’unione di due formazioni agguerrite unite per moltiplicare il caos in maniera esponenziale. Si tratta del trio noise sperimentale MoE, capitanato dall’energica bassista Guro Skumsnes Moe, assieme al trio di percussioniste Pinquins. L’elemento rumore quindi la fa da padrone. Infatti, il nome dell’album che testimonia la loro joint venture (appena uscito per Conrad Sound) significa “Per amore del caos”, in norvegese: “Vi som elsket kaos”. Nel brano d’apertura “Bjornenes inntogsmarsj”, dopo un breve spazio dedicato solo alle percussioni, il basso si avvia in uno schematico giro quadrato, dal suono distorto. In “Skyggene” invece parte un ritmo marziale, con parlato delle voci, che finisce in una rivolta totale rumorosa. Oltre alle percussioni e al battito come elemento preponderante, c’è un altro aspetto vistoso: quello vocale. Le interpretazioni vocali di MoE e delle Pinquins sono corali e spesso teatrali, lamentosi, recite di terrore e furore. Dopo l’energia di “Skyggene”, “Det sorte hull” fa da contraltare: è un lentissimo dall’atmosfera febbrile, con piatti che scandiscono le battute creando tensione per 8 minuti. Fino agli ultimi 40 allarmanti secondi, che portano ad “Atlantis”, una corsa poliziesca, disturbata da rumorosi rullanti. Non c’è stacco tra i vari pezzi, ed il flusso continua con “Den ubehagelige behagelighet”. Ci accoglie un riff discendente di quattro note, che poi si ferma per lasciarci soli con tintinnii e tenebrosi sussurri, che alla ripartenza della batteria si tramutano in urla. Come intermezzo c’è “Applaus”, ovvero 24 secondi di risate forzatissime. Lo sberleffo continua con “God natt!”: tintinnii di vibrafono come di una ninna nanna non serena, sorreggono le voci che ripetono una "a" dolorosa. Un suono acido e costante apre invece “Drommen”, sul quale MoE parla con voce compressa; le altre progressivamente aggiungono strilli, mentre il suono acido gradualmente si disfa nel noise. L’angoscia si conclude spiritosamente in una marcetta: “For hanen galer”, interrotta dal frastuono finale. Per gli amanti del caos, questo doppio trio ammicca alle sonorità e alle intenzioni punk e riot grrrl, con l’approccio però di una raffinata ricerca nel suono. (Gilberto Ongaro)