ROBERTO VENTIMIGLIA "Raw"
(2020 )
Il primo disco di Roberto Ventimiglia raccoglie in sintesi una buona panoramica tra i generi musicali delle tappe percorse dagli anni '70 a oggi, marcando l’Indie e Lo-fi più inglese. Non ha alcuna contaminazione italiana, anzi ricalca molto l’orecchiabilità derivante da alcuni artisti internazionali noti di quegli anni, e alcuni dei passaggi di scrittura musicale tra strofe e ritornelli sembrano uguali a dei singoli usciti in quel periodo.
Invece con il cantato diventano dei brani attuali con i primi episodi ''Stepping stone'' e ''2081'', apprezzando una voce apparentemente acerba che sta proprio bene.
Bisogna attendere la terza traccia, ''Love is'', per ascoltare probabilmente il suo stile più originale.
Mentre ''Just this'' suona come un momento di pausa per riprendere delle emozioni che implodono
rabbiose in ''Recollection'', oltre al testo, con le parti strumentali mandolinate di chitarra che sembrano un omaggio ai Radiohead... almeno lo spero.
Le successive: ''One hour love'' si contamina di elettronica, inizialmente coprendo la voce che poi si apprezza con l’aiuto di cori sperimentali, ciò non aiuta la comprensione del significato del testo che, in questa come nelle altre canzoni, descrive precisi punti di vista nell’amore vissuto.
''Forever and day'' ha il sound delle prime, ma cantata così forse vuole cercare la misticità di un mantra?
Con gli arrangiamenti armonici più curati di ''Raw'' e ''Christmas blues'' migliora il sound rispetto ai primi brani, con cadenza elettronica più incisiva ma nulla di ché, solo per avvicinarsi di più agli standard richiesti del mercato attuale. In sostanza sono episodi carini.
Si sente subito l’intenzione di produrre qualcosa di buono, e la voglia che più persone possano essere coinvolte nel progetto e mondo di Roberto, ma proseguendo o ripetendo più volte l’ascolto, i suoi lavori sembrano un po’ come i finali delle generazioni anni '80 e '90 che si ripetono nei contenuti.
Nel complesso un disco come questo va bene a basso volume d’ambiente in piccoli locali intimi.
(Francesco Laneveovunque)