recensioni dischi
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THE CURE  "Join the dots"
   (2004 )

Gli amanti di Robert Smith e soci hanno sempre saputo che, dietro la discografia ufficiale fatta dai normali album (tra l'altro sempre più rarefatti, dato che ormai si viaggia di "piano quadriennale"), c'è sempre stato un pullulare di "puntini nascosti", fin dai primi anni di vita della band. Canzoni che non venivano inserite nei 33 giri, lati B, singoli extra, colonne sonore, altri brani che venivano compresi solo nelle versioni giapponesi o australiane (!) dei cd, o anche soltanto canzoni che apparivano su cd ma non su vinile. Da perdersi, tanto che dopo l'uscita di "Staring at the sea", raccolta dei primi lati B del gruppo (reperibile anche questa solo sul lato B della cassetta di "Standing on a beach, raccolta dei lati A: no cd, no 33, solo su cassetta!) in molti chiedevano la seconda parte. Anche perché, con l'innovazione dei cd singoli, i cosiddetti "lati B" diventavano 2, 3 alla volta. Troppi, anche per i collezionisti. Ecco qui allora il grafico per "unire i puntini", in un quadruplo cd che raccoglie (quasi) tutto quello che era sfuggito: i lati B, le versioni remix, le cover regalate ad album tributo ("Hello I love you", "World in my eyes", "Purple haze" eccetera), le colonne sonore ("Burn", "Dredd song", "More than this"). Pur nella sua maestosità e lunghezza, l'opera non annoia, a prova di come fosse elevato il livello delle composizioni di Robertino. Poi magari c'è chi lo preferiva incazzato ai tempi di "Pornography", cupo come quando il ragno se lo sbranava, o mestamente allegro come nel periodo della "maturità". Ma l'idea che, soprattutto negli ultimi anni, tanti lati B avrebbero potuto ben figurare al posto di deludenti tracce elevate invece nel cd ufficiali, permane: "It used to be me" e "The big hand", ad esempio, avrebbero fatto sfracelli. (Enrico Faggiano)