recensioni dischi
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KATARIIN RASKA & CHRISTIAN MEAAS SVENDSEN  "Finding ourselves in all things"
   (2019 )

Un incontro alle alte latitudini per una musica completamente surreale. Katariin Raksa è una polistrumentista estone, ma qui compare in veste di suonatrice di cornamusa estone, la “tourpill”. Katariin incontra il contrabbassista norvegese Christian Meaas Svendsen, e creano due performance distinte, praticamente separate. “Finding ourselves in all things”, appena uscito per Nakama Records, contiene infatti due tracce. La prima è “Melting with butterflies” che, per descriverla con termini tecnici e musicologici, sono 14 minuti di spippolamenti della cornamusa. Ascoltandoli tutti d’un fiato, si sente un caos totale e isterico, che sembra non cambiare mai. Se si scorre avanti e indietro la traccia invece, si nota che accadono molti graduali cambiamenti. Stessa cosa per la seconda traccia, “The way mountains make love”, dove protagonista assoluto è il contrabbasso di Svendsen. Che per 19 minuti indugia sulle note più gravi dello strumento, già grave di per sé, creando una sorta di magma in movimento, tale da far percepire la consistenza legnosa dello strumento. C’è una nota lentissimamente glissata verso l’acuto, mentre con le altre corde si continua a scavare sottoterra, con vibrato compiacimento. Forse questi due capitoli non hanno alcun senso, se non vengono concettualmente legati. Da una parte la confusione più vivace e acuta, come due sciami di insetti che si scontrano, e dall’altra un profondo ambiente in lento movimento, come zolle della tettonica terrestre. Trascendendo, è una rappresentazione acustica della vita, in senso biologico e terreno, e come suggerisce il titolo del lavoro, possiamo trovare noi stessi in tutte le cose, in chiave panteistica. Non trascendendo, è una vera fatica all’ascolto! (Gilberto Ongaro)