FILIPPO VILLA "Storielle dispari "
(2019 )
Bel disco questo d’esordio del cantautore veneto Filippo Villa, autore di testi e musiche. Progetto autoprodotto ma che si è già fatto notare, infatti il primo singolo “Alfista” è stato finalista al Premio Fabrizio De André. Una dolcissima ballata con chitarra classica in bella evidenza (come quasi tutto il resto dell’album) che ricorda un po’ il primo Concato. Ma anche Dalla è certamente uno dei punti di riferimento del giovane Villa, che ha studiato bene la lezione del cantautorato “classico” italiano, come De Gregori, Paoli, lo stesso De André, oltre a quelli già citati. Musiche apparentemente semplici ma incisive, testi che non contengono paroloni ma, pur essendo da tutti comprensibili, descrivono appunto delle storie(lle) nelle quali ci si può facilmente riconoscere. Strumenti classici come il pianoforte, il contrabbasso, la viola e il violino vestono piacevolmente gli undici brani del disco, cantati con voce soave ma sicura dall’autore. Se proprio vogliamo trovare un difetto, gli arrangiamenti sono abbastanza simili tra loro, ma è un peccato veniale, che non rende affatto monotono l’ascolto del disco. Oltre alla deliziosa “Alfista” già citata, le canzoni migliori sono “Lo scatto”, che con il pizzicato della chitarra racconta del compianto Marco Pantani, “La pazienza del bruco”, dolce e poetica nella sua ipotesi che in questi tempi frenetici la pazienza potrebbe salvarci, la ritmata “Una specie di treno” e l’inno all’amicizia “La migliore soluzione”, col suo andamento swing: brani che completano un disco davvero interessante di un nuovo giovane musicista di cui la musica italiana non può che beneficiare. (Francesco Arcudi)