recensioni dischi
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ALEX CREMONESI  "La prosecuzione della poesia con altri mezzi "
   (2019 )

Il grande Alex Cremonesi, divenuto celebre con La Crus, Deproducers e Masdebo, dà alle stampe un album profondamente ambizioso, La Prosecuzione della Poesia con Altri Mezzi, il cui titolo ci dice già tanto, dove le influenze del cantautorato italiano tradizionale si fondono a suoni elettronici, atmosfere trip-hop e incursioni nel mondo dell’arte contemporanea e della psicanalisi anche grazie alla collaborazione di ben trentasei artisti della scena culturale attuale, tra cui Chiara Castello, Andrea Chimenti, Cesare Malfatti e Howie B.

Musica elettronica proveniente da pianeti lontani si fonde con un cantautorato pianistico e rock italiano che ha radici profonde. Il progetto ambizioso di Alex Cremonesi non si pone limiti, affronta tematiche forti e importanti – l’alienazione, l’amore, la poesia, come portare avanti le passioni profonde in un mondo che sembra annullarle – e le esplora attraverso sonorità pulite ma mai concilianti, dove al momento di calma e sereno subentra un passaggio dissonante e caotico, anche al fine di mantenere l’ascoltatore sempre sull’attenti.

Brani come “Orfeo” splendono per le loro melodie splendide e i testi filosofico-visionari (“il mio sguardo è un atto voluto e perverso”, canta Cremonesi nei panni del poeta invasato). Resistenza, re-esistenza e resilienza sono temi sui quali l’autore picchia duro e concentra fatica e attenzione in pezzi come “Orfeo” stesso, “La Prosecuzione della Poesia con Altri Mezzi” e le varie “Desiderio”. Grossa parte dei brani sono divisi in puntate, a numeri, coerenti e incastrati minuziosamente: la tracklist è perfetta e racconta la società in cui viviamo e quella che forse un giorno vivremo – l’automazione, la cultura incanalata in forme diverse dalle sole che oggi conosciamo – senza nascondere dubbi, ansie e stranezze. Al poeta “Orfeo” che incanta gli animali e fa vivere i sassi risponde l’amata “Euridice”, promessa sposa di Ade e condotta sottoterra per vivere il resto dei suoi giorni con il dio degli inferi. È questo il destino della nostra società? Negli interstizi, per citare gli omonimi brani del disco, si celano domande e risposte che non danno chiarezza.

Liberarsi dei propri fantasmi non è sempre giusto, sembra dirci Alex Cremonesi: convivere con alcuni di essi è fruttifero e saggio. Cremonesi non se ne libera ancora, vuole scuotersi ma non riesce a fuggire: è nell’eterna lotta tra bene e male, tra Orfeo e Ade, tra il buio e la luce che uno spiraglio si apre e la poesia può lottare. (Samuele Conficoni)