ADRIAN LØSETH WAADE "Kitchen music"
(2019 )
Il jazz norvegese vede attivo da anni il violinista Adrian Løseth Waade, che adesso esordisce col suo primo lavoro solista, appena uscito per Nakama Records. Per realizzarlo, Adrian ha chiamato 3 colleghi: il chitarrista Kjartan Lægreid Gullikstad, il contrabbassista Bardur Reinert Poulsen, ed il batterista Simon Olderskog Albertsen. Si tratta di 6 brani dove emerge una personalità sensibile ed espressa a bassa voce, ed insieme prendono il nome di “Kitchen Music”. La musica da cucina inizia con “Voyager”, un breve pezzo introduttivo dove morbidi arpeggi di chitarra col delay affiancano note lunghe di contrabbasso, mentre Adrian col violino si dedica ad eseguire insoliti pizzicati non melodici, dalla parvenza di noise elettronico. Il batterista è quasi sempre silente, se non in certi punti dove rafforza il rumore del violino non convenzionale. Questa è un’atmosfera sospesa che serve a prepararci per la titletrack: “Kitchen Music”, dove gli arpeggi di chitarra cambiano di ritmo ma proseguono rotondi, ed il batterista inizia a farsi sentire, sempre soffice. Il violino inizia a cantare note timide e malinconiche, e a metà cucina il contrabbasso parte con un’improvvisazione. Ora il violino ritorna ma con note più rapide. Da qui la musica inizia a mostrare il suo lato jazzistico, fino a diventare esplicito in “Fuglens Cabaret”. Iniziando con un pizzicato (stavolta tradizionale), si tratta di un 3/4 che, se inizialmente marca i propri accenti da valzer, in seguito li fa sfumare in un clima più surreale. La cucina dunque si anima, tra fornelli accesi e pentolame, che tradotto in musica corrisponde a note più vivaci e scattanti, ma sempre senza aumentare l’intensità della batteria. È un’operosità sobria e costante. E come da tradizione jazz, qui i musicisti si passano la staffetta dell’improvvisazione. La sensazione di lavorio sommesso, di persona silenziosamente indaffarata, diventa esplicita nel successivo titolo “Morning routine”. Tra gli accordi sospesi di chitarra sopra la batteria, che inizia ad alzare un po’ il volume, e il contrabbasso che accentua il suo carattere timbrico legnoso, e il violino agitato, sembra di vedere le fuga veloce giù dalle scale dell’appartamento, con la valigetta in mano per non perdere il tram. E mentre si va al lavoro, ci avete mai pensato cosa fa la cucina da sola? Magari si anima come in un film Disney! “Hvitt Som Kokosnøttens Kjerne” è un dialogo dove la chitarra, sempre morbida, accompagna note lunghe e vibranti di violino e contrabbasso, e il batterista torna a suonare pianissimo, quasi come si trovasse a venti metri di distanza dagli altri. A chiudere questo viaggio nella stanza più movimentata della casa è “Indoor life”, dove la chitarra sembra prendere il posto di protagonista, mantenendo la propria morbidezza, ma intonando una melodia senza fine e vagabondando poi fra note perse. Una dolce malinconia chiude il brano, con la batteria soffusa ed un finale che non è un finale, ma semplicemente un arresto volontario dei quattro musicisti, senza sfumato perché già suonavano piano fin dall’inizio. Se volete, una musica gentile è qui per essere ascoltata in assoluto silenzio. (Gilberto Ongaro)