recensioni dischi
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NICO SAMBO  "Cose lette e non lette"
   (2019 )

E’ una nuova metamorfosi a segnare il ritorno di Nico Sambo, livornese classe ’79, a tre anni da “Ognisogno”, ad otto dall’esordio strumentale di “Sofà elettrico” e dal successivo “Suspended” che lo vide introdurre il cantato in inglese. Stilisticamente, “Cose lette e non lette” - pubblicato per la felsinea Cappuccino Records e ben prodotto da Nicola Fantozzi - suona più affinato, raffinato, centrato e a fuoco rispetto al precedente, offrendo di questo artista poliedrico e disallineato una versione – se possibile – ancora nuova.

Maturo e solido, l’album vive di contrasti ed inattese soluzioni: ha suoni calibrati, lavora sulle dinamiche, mostra una scrittura affatto banale che insegue traiettorie non sempre lineari. Scosso da repentine deflagrazioni e veicolato da testi intriganti, conserva intatto un sottile equlibrio fra cantautorato tradizionale ed impreviste divagazioni: accade nell’opener “E’ che le piace giocare”, sventrata da un muro di fuzz quando la credevi avviata verso una pacifica conclusione, o nella più complessa e psichedelica “Zootropio”, sviluppata a partire da una pigra cadenza e via via squarciata da saturazioni elettriche.

Più accomodante e pop l’incedere à la Niccolò Contessa di “Passa tutti i giorni da qui”, elegante il mid-tempo della battistiana “Nuovi canali”, appena jazzata alla maniera degli Steely Dan, golosa la cavalcata wave di “E’ ora di partire”, attraente e ipnotica la complessa costruzione de “La terrazza”, suggestiva nella sua insistita ricercatezza vagamente vintage e nel continuo movimento che ne scuote e ravviva la trama.

Disco interessante dalle molte e variegate sfaccettature, “Cose lette e non lette” ben definisce lo stato attuale di un artista sì defilato, ma capace di inaspettate evoluzioni come di calibrate incursioni in territori ancora da esplorare. (Manuel Maverna)