SANDY MARTON "Modern lovers"
(1986 )
L'apice degli anni '80. Con spolverino verde, lunga chioma bionda e tastiera a tracolla, divenne (o venne fatto diventare) un'icona di quegli anni, grazie ad una raffica di singoli ed un solo album. Di origini croate, fu agganciato da Cecchetto che prima gli cambiò il nick (da "M.Basic" a Sandy,
appunto) e gli produsse "OK Run". Poi, nel 1984, il successo planetario, con "People from Ibiza". Grazie ai potenti mezzi cecchettiani, le sue canzoni avevano una cassa di risonanza tale per cui non ci si poteva non sbattere contro: disco dance, di dignitosa fattura, che andavano a sfidare nelle
classifiche altri eroi dell'epoca, come Den Harrow, Valerie Dore, eccetera. Continuando a sfornare 45 giri ("Camel by camel", "Exotic and erotic"), arrivò poi il momento dell'album. Ove cercò - cercarono? - di darsi ad una immagine più matura, e con un sound diverso. A partire dal singolo "Modern lovers", regghettino annacquato senza particolari velleità, e quella inascoltabile "Forbidden memories" che venne playbeccata davanti ad un'arena di Verona, Festivalbar, in totale e claquante visibilio. C'erano però anche cose più carine, quando Sandy
tornava a far roba discotecara, come "White storm in the jungle": vero che la pubblicità e la faccia carina potevano tutto, ma a trasformarlo in chansonnier non sarebbe servito nemmeno un duetto con Paolo Conte. Qualche altro singolo ("Love synchronicity" e "La paloma blanca") poi, come
raccontò, ebbe a strazio di quella vita: buttò la tastiera in una piscina, e si trasferì a Ibiza. Riesumato negli ultimi anni tra un revival e una Isola, ha nel suo curriculum una delle ultime interviste rilasciate da Bettino Craxi, quando nel programma "Meteore" decisero di far intervistare una meteora della politica ad una meteora della musica. Cosa non si fa per far piacere a qualcuno.
Di lui disse Cecchetto, quando gli venne chiesto "ma Sandy cantava davvero?", "certo. Se proprio dovevamo doppiarlo, avremmo preso uno meno afono". Bei tempi. (Enrico Faggiano)
