recensioni dischi
   torna all'elenco


ARDITYON  "Ardityon"
   (2019 )

Gli Ardityon sono una band italiana nata nell’estate dello scorso anno da un’idea del batterista Denis Novello e del chitarrista Albert Marshall Biason. Nel corso dei mesi successivi, a completare la formazione sono arrivati Valeriano De Zordo (voce), Diego Bordin (basso) e Andrea Colusso (chitarra e tastiere). Accomunati dalla passione per il metal, i cinque hanno intrapreso la strada di un heavy classico, discretamente melodico e influenzato dai maestri del genere, tutti elementi rinvenibili nell’omonimo album di debutto, pubblicato questo autunno. Dopo l’evocativa intro, l’album entra nel vivo con una titletrack che corre sui riff aggressivi e su un cantato decisamente tecnico e ispirato. “Our Music” non rinuncia a una certa attenzione per la melodia, ma appare leggermente più pesante (“heavy”, nel vero senso della parola) del brano precedente, mentre le evoluzioni di “Archons Attack” accennano al prog metal, senza accantonare gli stilemi del sound. “Guilty of Homicide” si dilata un pochino e torna a esaltare la voce di Valeriano De Zordo, mentre “Pain of the world” è la ballad che arriva nel momento giusto, arricchita da una coda vibrante e intensa. La parte finale di “Ardityon” si apre sui riff taglienti della violentissima “Ancient Enemy”, ma i ritmi si alzano ancora con l’incalzante “Zombie Apocalypse”. “Glory Day” suona un po’ anni novanta e rappresenta uno dei momenti più brillanti di tutto “Ardityon”, mentre “Daily Holocaust” si cala perfettamente in questa epoca, con un sound più vicino ai moderni sviluppi dell’heavy. Quello degli Ardityon è sicuramente un bel debutto, che punta alla buona esecuzione di una ricetta già elaborata, senza cercare innovazioni a tutti i costi, e che metterà d’accordo i musicofili più vicini al genere. (Piergiuseppe Lippolis)