THE WINONAS "Arborea"
(2019 )
In un mondo (che maschilista è) s’insinua coraggiosamente nell’underground il trio femminile delle Winonas da Ravenna, con un genere non proprio tradizionalmente rosa come il grunge. Già da questo si può facilmente evincere quanta solidità e compattezza ci sia nel Dna delle 3 girls Valentina, Caterina e Chiara. In aggiunta, i contenuti sonori del nuovo e.p. “Arborea” sono forgiati con una maturazione sorprendente, che va a completare il discorso intrapreso con “Sirene” di quattro anni fa. Inoltre, la modellazione testuale sconfina in una micro-filosofia non banale, legata a similitudini della natura, come l’anima che attende sempre che un filo di luce penetri tra il fitto bosco interiore per scaldarci da paure e annebbiamenti esistenziali. Nell’immediato, si subisce il fascino del singolo “Vorrei”, animato da un video a dir poco inconsueto e mesmerizzante, in cui il nero prevalente dei disegni rappresenta l’umore, ed il bianco, tratteggiato sulle sagome, l’ago di luce. E sotto? Due note, due! Che sanno far presa con benefica prepotenza acoustic-grunge. Gli altri 4 inediti (“Maglione”, ”Ragazzo morte”, “Il mio giardino” e “Il velo”) sono luminosa testimonianza di come le Winonas siano cerimoniere di un genere da affrontare con giusto ardimento e coesione d’intenti. “Arborea” è simbolo di crescita, di evoluzione coriacea che alimenta e giustifica il loro sogno, visto come trampolino e trasformando il commiato come impronta di speranza che orbita intorno alla ri-equilibrante solitudine. Piazzano, in coda all’opera, anche la rilettura della Nada-track “Senza un perché”, evitando di stravolgerne la composizione originaria e pitturandola con rispettoso senso artistico. L’auspicio, per le nostre tre leonesse, è che continuino a perseguire fresche convinzioni scritturali, senza obliare quel graffio necessario, quella porzione di grezzo che non guasta mai, per non trasmettere l’irritante sensazione di risultare perfettine e costruite a tavolino, quando i traguardi raggiunti saranno di quelli più importanti. Ci speriamo… (Max Casali)