DIETER BOHLEN "Dieter feat. Bohlen"
(2019 )
Riassunto per i non adepti. Biondino germanico, afono, cerca negli anni '80 voce per le sue melodie. Trova moro, laccato, con voce melliflua ma adatta alla bisogna. Ne esce un duo che, in due anni e mezzo, mette al mondo sei album tutti uguali e vende sbaraccate di dischi. Si separano, e il biondino ci prova per conto proprio, cambiando sigla da Modern Talking a Blue System. con la sua voce sfiatata e, dietro, i cori in falsetto (non suoi) che avevano fatto la fortuna del progetto precedente. Bene ma non benissimo, mentre attorno produce e compone per mezza Germania e dintorni (pure Al Bano, sì, proprio lui) usando sempre la stessa formula. Poi fa pace con la voce dei Modern Talking, e sono altri 5 anni di successi. Poi ognuno per conto proprio. Alla fine Dieter Bohlen sono una quindicina d'anni che è diventato anche una star della tv tedesca, raccontando la sua storia, i suoi miliardi di copie vendute, i suoi tremila matrimoni e i suoi duecento talent show. E questo album è un (lungo) sunto della faccenda. Direte, la solita raccolta di grandi successi? No, ed è questo il bello, o il brutto fate voi, perchè dopo 30 e passa anni, stavolta, le canzoni dei Modern Talking le canta lui. Remixate in stile karaoke, in alcuni casi anche in versione orchestrale, ma con la sua afona e rauca voce a soppiantare quella di Thomas Anders. Il risultato è spiazzante, e probabilmente permette di rendere merito a quell'altro, all'interprete, perchè a dire il vero Bohlen, "Cheri cheri lady", l'avrà anche composta ma non la sa cantare. Parametrando l'Italia, sarebbe come Franco Migliacci a cantare le canzoni di Morandi, Mogol quelle di Battisti, o Valerio Negrini quelle dei Pooh. Ma forse è proprio questo il curioso di questo raccoltone, che altrimenti non aggiungerebbe e non toglierebbe niente alla già archiviata storia del duo tedesco più famoso di tutti i tempi. In "Dieter feat. Bohlen" troverete anche un excursus su molte altre iniziative del Nostro, perfino alcuni antichi reperti precedenti al successo mondiale, e per forza di cose anche gli originali MT del tempo perchè meglio non buttare via nulla. Ma alla fine, perchè l'ha fatto? Forse perchè andare in giro a fare serate e concerti in playback su canzoni scritte da lui ma cantate con un'altra voce lo faceva cadere nel ridicolo, o semplicemente usare solo i ritornelli dove - peraltro - chissà quanto c'era comunque di suo. E allora serviva una nuova base per l'ennesimo tour nell'Est Europa dove rimane una divinità. Consigliato per i fans dei Modern Talking, che troveranno la chiusura del cerchio. Altrimenti girate alla larga: se "You're my heart you're my soul" non vi piaceva nell'originale, figuratevi adesso. (Enrico Faggiano)