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LICA CECATO & PAOLO BALTARO  "Call Porter – A time warp into Cole Porter's music"
   (2019 )

L’eclettismo anarchico di Paolo Baltaro è ormai cosa nota. Fedele erede di Frank Zappa, questa volta collaborando con la cantante italo-brasiliana Lica Cecato, ha messo mano al repertorio di Cole Porter, per elaborarne delle versioni ormai definibili con l’aggettivo “baltariano”, e racchiuse nell’album “Call Porter – A time warp into Cole Porter’s music”. Non sono solo cover: spesso oltre ai riarrangiamenti ci sono anche delle parti composte ex novo. Dall’intro “Time machine”, 41 secondi ricchi come un brano di Alan Parson, si entra nel primo brano rimaneggiato di Porter, “Let’s misbehave”, tradotto qui in chiave chillout, con un groove disteso da lounge. Ma i brani del celebre compositore americano, sono per lo più contenuti all’interno di medley. Ad esempio “I’ve got you under my skin” compare in questo titolo: “Eggs for Phil – I’ve got you under my skin – Eggs for Phil (reprise)”. Inizia con un’ipotetica telefonata a Cole Porter, alla quale risponde la segreteria telefonica. Il brano si rivela un progressive rock, con inizialmente la chitarra solista in primo piano su un clima tranquillo, finché un synth agita le acque e un vibrafono zappiano colora i raccordi. A metà brano, siamo catapultati in una lussureggiante disco music, e Lica canta interpretando abilmente tutti questi cambi. Porter poi incontra Bacharach, in “Inbye – Everytime we say goodbye – Tea for Burt – Wives and lovers”. Lica canta triste, fedele all’atmosfera dell’originale, corroborata dagli accordi di pianoforte con molte settime minori, seguite poi da un intermezzo jazzistico, per un finale cantato con l’orchestra gentile e tanta commozione, interrotta sulla cadenza da un comico kazoo. Così si passa repentinamente a “Let’s do it (let’s fall in love) – Zorterporn”, che è una versione heavy metal di “Let’s do it”. Diciamo che le versioni metal delle canzoni non metal, dopo gli anni dei Beatallica, oggi suonano un po’ come una barzelletta vecchia; anche se questa qualche sorriso lo strappa comunque, soprattutto nel finale che omaggia John Zorn. “It’s allright with me – Jimi and Miles’ acid merenda” porta l’inconfondibile sound hendrixiano nel brano di Porter, mentre la seconda parte vira nella fusion, con il suono del basso di Paolo che ricorda quello di Jaco nei Weather Report. “Love for sale” resta fuori dai medley, ed è una versione straniante, fatta con giocattoli ed orchestra in staccato; la voce spesso sembra riversarsi nel vuoto lasciato, mentre il finale è un legato orchestrale da abbracci. Anche “I’ve got a kick out of you” non si mescola, ma ne esce una versione da Beatles, con tanto di cori in falsetto e rumori di vinile in chiusura. Ed alla fine “Night and day” viene ambientata nel Piemonte elettronico, con “Night and day – A night in Turin – Discolabirinto”. Solo Paolo Baltaro poteva accostare Cole Porter, Frank Zappa e i Subsonica in un’unica esecuzione. All’inizio, Lica pronuncia il testo con voce compressa, come si faceva nella dance anni ’90-’00. Ma sotto di lei non c’è beat, ma un jazz saltellante. Al centro, la follia è servita, con tanto di cane che abbaia, e nel finale Lica canta ricalcando le note di “Discolabirinto”. Beh, che dire? Siamo giunti ad un nuovo capitolo della saga colorata di Paolo Baltaro, questa volta con la complicità di Lica Cecato. (Gilberto Ongaro)