recensioni dischi
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BLACK EYES 2  "Shadows"
   (2019 )

Alla batteria e voce c’è Alessandro Molteni, mentre al basso e voce c’è Nora Fedrigo: e poi? Sono in due e senza nemmeno la chitarra? Sì signori: proprio cosi! Al gagliardo duo brianzolo dei Black Eyes 2 bastano pochissimi strumenti per mettere in scena un esordio pimpante e pompante di linee di basso severe e corpose e sostenuto da un drumming autorevole e deciso per strapparci un “Oh…però!...” con il tris di “Shadows”. Per calare un bel “full” occorrerebbe una coppia d’assi: saranno loro in futuro? Chissà… intanto ci provano con questi tre stuzzichini, poi si vedrà. A tamburo battente, comincia l’avventura con “What if”, striata di chitarre increspate di aspetti alt-rock che si direzionano nel bivio tra Arctic Monkeys e White Stripes e, dopo, un breve respiro onirico, riprendono a picchiare duro fino al traguardo con svolazzamenti d’effettistica. In “Make me feel” entra la bass-singer Nora a raffiguare la particolarità del duo che concede i cambi d’ugola senza far presagire timori di scelte: anzi, l’innesto è una manosanta per non abituare l’orecchio a rituali prevedibili, in cui la cadenza “svogliata” à là Chrissie Hynde dei Pretenders ci sta a fagiolo, in quanto salva (in parte) un episodio noise-wave non propriamente centrato del tutto: ingenuità da debutto e sicuramente riparabile con qualcosa di più convincente nelle prossime scritture. Ci sono ancora un paio di minuti a disposizione per dar libero sfogo alla bella attitudine filo-punk di “Slick lies”, il primo singolo estratto ed il brano più persuasivo della triade in elenco: sgarbato, prepotente e dannatamente distorto con dettagli d’impasto forgiatamente audaci e corposi. Chiaramente, una rondine non fa primavera e, con una nidiata di soli tre pezzi, sarebbe azzardato e presuntuoso poter definire la vera griffe del duo comasco, però già si riscontrano certe avvisaglie di buona fattura che, se sviluppate con più attenzione, gli daranno un’identità più riconoscibile per non sguazzare a vuoto (come tanti) nel grande calderone dell’indie. Si attendono progressi: migliorarsi è nelle loro corde. (Max Casali)