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SURIKATE  "Don't listen and drive!"
   (2019 )

I bolognesi Surikate danno nuova luce all’alternative rock italiano, prendendo spunto dalle migliori influenze grunge, stoner e sludge metal. L’album “Don’t listen and drive!” è aperto da “Fast”, caratterizzata da un riff cromatico ed inquieto, sul quale la voce ruvida, nelle note alte mantiene un approccio gridato simile a quello di Kurt Cobain. Gli altri due del trio gli fanno il coro nel refrain, dando l’idea di un certo affiatamento. Il ponte è particolarmente graffiato fino a far sembrare distorta anche la registrazione, tanta è la foga. Il singolo “Clean & Overdrive” ha un titolo programmatico, con la strofa pulita e sorniona, mentre il ritornello distorto presenta una sequenza malata di note. In “Break” deflagra la rabbia, con una serie di “Fuck you” disseminati nel testo, e anche qui (a quanto pare è un tratto distintivo dei Surikate) il riff della chitarra contiene spesso e volentieri cromatismi, che non danno indicazione di tonalità, ma di una continua agitazione, data dalla voluta instabilità armonica. “Co2” invece è un brano più stabile, in tonalità minore e con una costruzione più strutturata delle parti. C’è sempre inquietudine nelle parole: “You must leave your town before you die, after all”. “Make me wonder” invece è diretta e suona come una sfilza di pugni e calci. “Twice”, introdotta dal doppio pedale, alterna una fase pentatonica a quei cromatismi scritti sopra. “Inception” aumenta il senso di minaccia, con riff pesante e claustrofobico. Qui e altrove si sente il basso slappare senza stancarsi mai. L’allarme lascia la batteria da sola a concludere il brano. Lo strumentale “Crash test” è un incedere granitico e con accelerato costante. Ed infine, “Whatever you’ve said” chiude con una forza brutale. I Surikate alzano il volume come non si sentiva da un bel po’, e fanno ben sperare che questo revival ’90-’00 venga dirottato nella direzione migliore! (Gilberto Ongaro)