LUIS FERNANDES "Demora"
(2019 )
“Demora”, appena uscito per Room40 Records, è il debutto assoluto del musicista e compositore portoghese Luìs Fernandes con il suo nome di battesimo, dopo la collaborazione dell’anno scorso con Joana Gama. “Demora”, che in portoghese significa “ritardo”, è pensato come un viaggio e va scoperto lentamente, in un flusso in realtà unitario e costante, che si esaurisce in trentacinque minuti, ed è scandito soltanto dalla suddivisione in cinque capitoli. Il sintetizzatore modulare è la struttura portante di un album senza spigoli, di curve dolci. Lo chiarisce l’atmosfera sospesa di “Rising edge”, che pur essendo di per sé poco densa, nel finale tende a farsi ancora più rarefatta. Ma lo conferma anche “Fractured harmony with pulse”, che, com’è suggerito nel titolo, si apre proprio su pulsazioni capaci di alimentare un senso di pathos in un percorso che poi diventa nuovamente lineare e ambientale. La sezione centrale, invece, porta il nome dell’album e a sua volta si compone di due parti: la prima s’incupisce dopo un inizio arioso, in un lungo percorso di dodici minuti, mentre la seconda segue un andamento pressoché inverso, illuminandosi col passare dei secondi con un incedere che appare solenne. Il finale, invece, più sfumato (“Refracted cloud”), aggiunge poco a un discorso che, pur aggrappandosi per tutta la sua durata a un’unica idea, appare comunque gradevole: senza strafare, Luìs Fernandes fa il suo esordio con un buon lavoro che farà felici gli assidui ascoltatori di musica ambient. (Piergiuseppe Lippolis)