recensioni dischi
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BUSHMAN'S REVENGE  "Et hån mot overklassen"
   (2019 )

I Bushman’s Revenge sono un trio norvegese composto dai polistrumentisti Gard Nilssen, Rune Nergaard ed Even Helte Hermansen e da poco hanno pubblicato per la prestigiosa etichetta Hubro “Et hån mot overklassen”, che tradotto in italiano rende l’idea del volersi fare beffe delle classi agiate. Composto da dieci brani dal minutaggio quasi sempre impegnato, specialmente nella lunga coda che si avvicina al quarto d’ora, l’album esplora musica sperimentale e blues, disegnando traiettorie mai davvero prevedibili e sempre capaci di sorprendere l’ascoltatore. Dopo un’intro dal gusto sperimentale, delicata e lineare, a trazione Hermansen, il disco entra nel vivo con una sorta di jazz rock la cui complessità è ben descritta dalla corposissima strumentazione utilizzata e da un gusto sperimentale quasi sempre evidente. Le forme assunte dal blues e dal jazz rock di cui sopra sono cangianti: si passa, infatti, da corse a perdifiato come quella di “Happy hour for Mr. Sanders”, ad atmosfere quasi cinematografiche, come “A bottle of pills a day keeps the wolves at the bay”, ma non mancano anche passaggi più dolci (“Moves away from the door”) e momenti simil-psichedelici (“Greetings to Gisle”), a testimonianza della grande complessità di un’opera caratterizzata anche da episodi scarni e da atmosfere a tratti vagamente gotiche. Il tutto sfocia in “Hei hei Martin Skei”, che sembra assumersi la responsabilità di dover riassumere tutti gli elementi ricorrenti nel corso di “Et han mot overklassen”. Quello dei Bushman’s Revenge è un grande disco, che porta la firma di tre musicisti capaci di esaltare le proprie specificità, pur sapendo benissimo come lavorare all’interno di una band. (Piergiuseppe Lippolis)