recensioni dischi
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DJ VALE  "Groovin' connection"
   (2019 )

Da Torino, Dj Vale celebra la sua trentennale attività con l’album “Groovin’ Connection”, chiamando a raccolta numerosi ospiti, che negli anni hanno incontrato ed affiancato la sua attività. Spicca fra tutti Bunna, voce degli Africa Unite, in quanto assieme a Dj Vale ha già avviato un altro progetto dal 2005. Qui lo troviamo interpretare “Big Wheel”, cover dei Saun & Star in chiave reggae, brano poi remixato a fine album da Madaski in versione dub. Madaski è presente anche in “Take me home”, dove rappa in italiano con severità (“Non mi giustifico”). Joy (Elena Castagnoli) compare con la sua voce maliziosa in “If you know me”, mentre due dei Bluebeaters, Paolo Parpaglione (flauto e sax) e Gianluca Cato Senatore alle chitarre, presenziano sia qui che in “Feelin’ good”. La canzone di Enzo Avitabile “Black out”, cantata da Marcello Coleman, diventa funky, con un basso gommoso e un clavinet effettato col wah wah. Ciò che unisce tutti questi brani, dal lounge di “La nuit” suonato dai Vena Funk, al synth di “City Lights”, passando per lo scratching vecchia scuola di “Funky Goodness” (dove compare Ciaffo dei Persiana Jones) fino alle percussioni che aprono “Muchacho”, è il groove. Il titolo “Groovin’ Connection” assume una funzione quasi ideologica del ruolo del Dj, che Vale riveste a pieno e virtuosamente. La sua esperienza nell’afrobeat lo porta a dare un valore aggiunto al suo semplice “mixare”. Nonostante la varietà del materiale scelto, tutto è collegato dal ritmo sincopato, dal funky beat. Il bagaglio culturale di un dj, per essere degno di tale lavoro, dev’essere immenso e solo come punto di partenza. E se questo non fosse chiaro ai musicisti “manuali” ancora sospettosi verso la consolle, basta che ascoltino “Back to disco”, che nulla ha da invidiare a una delle ricerche raffinate dei Daft Punk, o all’irresistibile richiamo del ritornello di “Spiritual Gangster”. (Gilberto Ongaro)