recensioni dischi
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ADRIAN CORKER  "Music for locked grooves"
   (2019 )

Adrian Corker, musicista sperimentale attivo sin dal 1990, ha composto colonne sonore per il regista tedesco Florian Hoffmeister. In quell’esperienza, utilizzò i cosiddetti “locked grooves”, ovvero un giro di un vinile a 33 o 45 giri, dove la puntina viene bloccata in modo da avere un loop ripetitivo. Ora, ha deciso di utilizzare questo materiale in maniera espansiva e creativa. Così nasce il lavoro “Music for Locked Grooves” (recentemente uscito per la SN Variations), suddiviso in due parti a loro volta divise in tre capitoli: “Inflow part 1+2+3”, e “Outflow part 1+2+3”. Il loop di “Inflow” è la successione di due segnali sonori, che fanno pensare a un robot, o ad un macchinario che reitera lo stesso movimento. Dapprima si deforma lo spettro sonoro del loop di base; successivamente il pianista Mark Knoop interviene ribattendo una nota due volte, seguendo lo stesso schema ritmico: croma puntata più un quarto, più o meno. Si sussegue la somma di rumori, raggiunti poi da un pad di supporto, e il pianista inizia a giocare con le note più gravi. Il secondo loop, quello di “Outflow”, è diverso. Al contempo più percussivo ma anche più “liquido”. Ad un certo punto, sembra di ascoltare delle cascate d’acqua. Poi gli automatismi fanno capolino e si ritorna in questo ambiente noise organizzato. Il violino pizzicato di Aisha Orazbayeva si fonde e si confonde con l’effetto, pure lui pizzicato, dei rumori, poi determina anch’esso dei loop, che sostituiscono temporaneamente il locked groove di base. Nel finale torna il pianoforte, a riportare la simulazione del meccanismo automatico, mentre il violino si ribella con tremolo e vibrato. Questa è l’analisi descrittiva, poi l’interpretazione espressiva rimane parecchio soggettiva, come spesso accade in queste creazioni stranianti. (Gilberto Ongaro)