recensioni dischi
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FLAT 125  "Rain, steam and speed"
   (2019 )

Partiti come duo, Nicholas Izzi e Alessandro Massarella dopo un paio d'anni sentono l'esigenza di ampliare in trio la formazione dei Flat 125, con l'ingresso del tastierista Euplio Lorusso, per direzionare il trademark stilistico, non più di marca psyco-folk come nell'e.p. d'esordio "Hiding from the light", ma verso l'elettro- shoegaze di "Rain, steam and speed", con 10 brani in elenco, a cominciare da "The snow" sotto forma di aperitivo indie, commentato da tastierina 60's con andazzo quadrato, mentre "Norman" comincia a diffondere estraneazioni di gran pregio, vista la bizzarria dei dettagli innestati. "Fading lights" serve distillati esplosivi di marca Coldplay e una ricca frenesia shoegaze. Invece, "Haunted dreams", con un narrato meno nascosto e chitarre che arano terreni dei Cure, il combo latinense sa, comunque, inserire trovate fantasiose e fruttuose. "Box park" sa deliziare per l'alto tasso suggestivo, fatto di versanti sognanti e placida evasione. "Stalking" vessa con chitarroni imbronciati ed un serrato ritmico che molla la presa solo per un breve intermezzo, mentre "Revolving doors" concede un respiro rigenerante, con accordi regolari ed umanizzati. Collocata in coda all'album, la titletrack è tutt'altro che "pioggia, vapore e velocità'': it's only shoegaze folks! Cosi accattivante che, se dispensato con simil dosaggio fruibile, convince persino i neofiti di genere. Con "Rain, steam and speed", l'obiettivo dei Flat 125 era quello di dar vita ad un sound impulsivo e coeso, per plasmare connotati esecutivi sensati e stilizzanti, in cui riconoscersi in un'impronta complementare, che lasci fluire la suggestione del tempo lontano dall'irreale. Già la curiosità di scoprire se ci sono riusciti è buon motivo per avvicinarsi ad un album carismatico, fluttuante e, a tratti, misterioso. Se vi sembra poco... (Max Casali)