recensioni dischi
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KONX-OM-PAX  "Ways of seeing"
   (2019 )

Ci comunicano che l’artista elettronico Konx-Om-Pax, col suo nuovo lavoro “Ways of seeing” (appena uscito per Planet Mu Records), ha schiarito il proprio sound, rispetto alle precedenti produzioni un po’ dark. Eppure, anche in queste nuove tracce un po’ di ambientazione notturna permane, come in certi suoni cyberpunk in “La melody”. E non poteva essere altrimenti, dato che anche lo stesso nome d’arte di Tom Schloefield proviene dal libro “Konx Om Pax” dell’occultista Aleister Crowley… Ma a differenza di prima, ora l’artista scozzese, trasferitosi in terra tedesca, rinuncia a certe sessioni esistenziali, come alcune di “Regional Surrealism”, per puntare a strutture più accattivanti e gioiose. “Säule acid”, che ospita Silvia Kastel, suona ipnotica come la colonna sonora per un videogioco, con suoni cangianti e, come suggerisce il titolo, acidi, ricordando un po’ quelli di un brano passato, “Caramel”. Luci brillanti nella notte di “Paris 5am”, rivitalizzano un loop che sembra provenire dal (o ispirarsi al) “Tour de France” dei Kraftwerk. Col featuring di Nightwave, il suono di “Paris 5am” si dilata all’inizio di “I’m for real”, portandoci in un brano dai bassi ruvidi ed incalzanti di un tipico clima berlinese. “Optimism over despair” sembra iniziare con dei glitch da chiptunes, ma poi risolve in un’electro dance a cassa dritta. Particolare da sottolineare, in questo brano viene resuscitato uno storico sample, che ogni tot di anni si ripresenta; lo riconoscerete. “Earthly delights”, su fondo di urla del pubblico, avvia un ritmo condito da suoni riverberati ed ovattati. “Missing something” fa rimbalzare sul battito arpeggi, suoni acuti e fondi iridescenti, che rimandano a qualcosa di impalpabile. La sensazione prosegue con l’onirica “Day dreams”, fino a sbarcare alla straniante introduzione di “Magenta one”, preludio a nuovi bassi taglienti e trascinanti. Ed infine, come conclusione Konx-Om-Pax ci concede una traccia ambientale, priva di beat ritmico, dal suggestivo titolo: “The paleontologist”. Pad cosmici, grandi spazi sonori per immaginare un passato preistorico, come nelle sonorizzazioni dei documentari. E “Ways of seeing” termina così, nel biancore di questo pezzo, che è sì il più meditativo, ma di segno positivo e fiducioso. (Gilberto Ongaro)