recensioni dischi
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PETRICOR  "First breath"
   (2019 )

I Petricor sono un quartetto barlettano composto da Alessandro Nevola (chitarra), Gaetano Busciola (chitarra), Salvatore Cavallaro (basso) e Gianluca Cariati (batteria). Poco più di un mese fa, i pugliesi hanno debuttato con “First breath”, lavoro post rock quasi interamente strumentale che ammicca agli Explosions In The Sky e ai God Is An Astronaut, ma anche ai Sigur Rós e ai Mogwai, seppure in misura minore. I pezzi sono sufficientemente variegati da rendere quasi sempre illeggibili le traiettorie, tra umori cangianti, passaggi ragionati e momenti più concitati, a partire dal singolo “8”, che cresce molto lentamente, trascinato dalla batteria. La successiva “People”, invece, si inerpica su una grande linea di basso prima di deflagrare in un lampo nel finale, mentre la deliziosa “Naked”, strutturata come un lungo ed elegantissimo climax, cede il passo alle note malinconiche di “Last breath”, che riduce la velocità e dilata ulteriormente le atmosfere. Il ruolo della batteria è ancora preziosissimo per scandire il percorso di “Unbroken horses”, che per oltre due minuti promette un finale tesissimo e poi non delude le aspettative. La ritmica di “Saudade” è più complessa e il pezzo si rivela uno dei più ispirati del lotto, poi arriva “Super8”, a suggellare “First breath”, con una massiccia dose di elettronica, rappresentando un esperimento riuscito con un effetto straniante. “First Breath” si ispira chiaramente alle band contemporanee che incarnano un po’ la massima espressione del genere, ma sa sviluppare trame comunque personali e l’esperienza è indubbiamente positiva. (Piergiuseppe Lippolis)