recensioni dischi
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COCK ROBIN  "After here through midland"
   (1987 )

Fatto il boom l’anno prima, come sempre capita l’attesa per il secondo album era una specie di prova del fuoco, visto quanti gruppi sono storicamente stati azzoppati alla seconda uscita. I Cock Robin fecero uguale, ma a seguire le cronache del tempo, ci stava che Peter Kingsbery si grattasse il ciuffo, guardasse la sua Annina e si chiedesse “dove abbiamo sbagliato?”. Perché le cose andarono così: il primo singolo, “Just around the corner”, ebbe anche più successo dei vari estratti che resero fortunello l’album di esordio. Evitato il rischio di passare per one hit wonder, la seconda lama però rase il pelo a zero, lasciandoli con niente in mano. Perché “After here through midland”, dopo quella canzone – benchè la cantasse Lui, quindi nel video non si vedeva Lei, indi lo scrivente non trovava motivo di stare davanti a Videomusic -, non produsse assolutamente nulla. Forse la formula era già venuta a noia, forse il mondo stava cambiando, forse il buco nell’ozono, ma della band se ne persero le tracce immediatamente. L’album? Forse non ne aveva nemmeno colpa, anche se viveva solo dell’anonimo: equilibrato, limpido, forse alla fine davvero insignificante. Ma non era così anche quello precedente? E allora? Il grande boh. Del duo Kingsbery-La Cazio non se ne seppe più nulla: una qualche raccolta, ma nemmeno il beneficio del revival. Sarà perché di solito il revival anni ’80 colpisce solo i gruppi della prima metà del decennio? E questo, per quale strano motivo? Vattelappesca. (Enrico Faggiano)