RED DEAD ROADKILL "Sweet songs of anguish"
(2019 )
Il nuovo album dei Read Dead Roadkill, “Sweet songs of anguish”, è un lotto di dodici canzoni dai ritornelli catchy e dal sound hard and heavy. “Unleash the beast” e “Lines of fire” aprono le danze, si vede l’energia della rossa frontwoman, in un video live ripreso dal pubblico al Garderobe. La sua voce solista spesso è accompagnata dai cori della bassista e del chitarrista, che vira anche nello scream. Il metal di “Hail to the king” aumenta il tiro, mentre in “Cold”, senza diminuire in potenza, si rinforza un certo piglio drammatico. Insolita la scelta, a metà assolo di chitarra, di lasciarla sola con la batteria, senza il basso, svuotando l'accompagnamento. Un’altra dinamica corsa porta a “Headlights”, con tanto di moto che parte durante l’inizio. La ruvida voce maschile apre “Good night”, altro pezzo saturo di distorsione e cori festosi. Con “Somewhere, Mr. Fate” è il momento del lento melodico, con stacchi acustici. Ma “Pretty in silence” rialza i toni e si addentra nell’oscurità, con una sinistra campana nel finale, e “Thorns below” prosegue nella direzione heavy melodica. Formule stregonesche e risate sataniche aprono “Dying day”, che presenta uno dei riff più aggressivi dell’album. Tutto sembra far attendere solo gli ultimi due pezzi. Prima la titletrack “Sweet songs of anguish” si presenta come una valida canzone-hit, ma il tutto dura poco più di due minuti. La traccia invece ne dura 5, perché finito di suonare, si passa a una sessione audio d’ambiente, che parte dalle bacchette lasciate dal batterista, ed esce dallo studio camminando in silenzio. Poi un tintinnio di chiavi, ma nessun motore che si accende. Gli uccellini dell’entroterra si trasformano d’improvviso in gabbiani, e avvertiamo le onde del mare, dapprima da fuori, poi ci immergiamo. Sott’acqua, si sentono quei suoni lunghi di tastiera (pad), come fossimo in un documentario su Jacques-Yves Coustau. E a quel punto inizia l’ultimo brano: “Under water”. Introdotto e poi accompagnato da un pianoforte, si rivela un altro pezzo heavy, che chiude l’LP al buio: “Under water down below into eternal darkness”. Gli amanti del classico sound heavy e dell’andamento armonico tradizionale (pentatonico), con i tedeschi Read Dead Roadkill potranno sentirsi a casa. (Gilberto Ongaro)