recensioni dischi
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EIGHTH WONDER  "Fearless"
   (1988 )

I ragazzi si erano messi insieme, e crearono il loro complessino come facevano tanti all’epoca. Primi anni ottanta, dolce Albione. Mancava qualcosa: una voce, e magari un qualcosa che facesse presa. “Ho io la soluzione!”, disse uno dei boys, e portò nella banda la sorellina teenager. Si allungarono lingue – e non vado oltre – e aumentò la sudorazione degli altri, e la soluzione fu accettata. Con frangetta e minigonna giropassera, la piccola Patsy Kensit venne posizionata dietro al microfono e davanti alla telecamera che riprendeva il loro primo video, “Stay with me”, tardo 1985: successone, e – ovviamente – flash tutti puntati sull’ottava meraviglia. Qualche altro singolo, oltretutto senza nemmeno darsi troppo da fare (“Will you remember” apparì dopo un anno, “When the phone stops ringing” dopo ancora altri mesi), poi si trovò il materiale per l’album. Che aveva, oltre alla bella Patsy in copertina – poi, con il passare degli anni, da Lolita si era passati ad un prodotto apprezzabile da tutti senza dover rischiare le manette -, un singolo che non poteva non avere successo. “I’m not scared”, regalato alla bella bionda dai Pet Shop Boys, che all’epoca avrebbero potuto vendere anche guide del telefono, e sarebbero andati in classifica. Con epico passaggio a Sanremo, dove ancora adesso si portano fiori al monumento che ricorda il sacrificio della spallina, pronta ad immolarsi per far vedere in eurovisione una tettina della Patsy, l’album ebbe il suo momento di gloria, scaricando nelle hits altri due singoli, “Cross my heart” e “Baby baby”, piacevoli prodotti pop nella prima estate in cui la house music stava prendendo il sopravvento. Patsy si sentiva poi stretta, nel ruolo di cantante: avrebbe fatto successivamente di tutto, con tutti. Ma a noi piace ricordarla con la tettina di fuori. (Enrico Faggiano)