SOULIMAGE "Human kind animal mind"
(2019 )
Secondo album per i Soulimage: “Human kind animal mind”, uscito per la Echozone, prosegue il percorso degli esordi, accentuando gli aspetti graffianti del rock e quelli taglienti del synth, giungendo a un industrial affine a quello dei Rammstein, ma con una voce meno grave. Dopo l’intro “Time”, dove il segnale di una sveglia digitale viene circondato dalle tastiere, il concept del disco si apre con “Human kind”, rivolto alla coscienza del nostro lato umano: “Wake up tonight, wake up to fight”. Stilemi heavy metal sono diffusi nel sound, come in “Blind”, ma i ritornelli sono costruiti in maniera orecchiabile, come quello di “Break the silence”. “A real good place” e “Charity” si sviluppano su un piglio più drammatico, corollato dalla presenza del violino di Shir-Ran Yinon, che regala note da colonna sonora. Con “Children of tomorrow” ascoltiamo una nuova potenziale hit, che nei recenti ascoltatori giovani potrebbe prendere il posto di “Youth of the nation” dei P.O.D.: “We are young and we are proud, we are children of tomorrow!”. La voce qui si dimostra capace anche nel growl. Shir-Ran Yinon col suo violino torna a farci compagnia sul rock anche in “How to live, how to hope, how to die”, ma soprattutto in “Soma”, il pezzo musicalmente più interessante dell’album. Dura 9 minuti ma non te ne accorgi, in quest’atmosfera desertica, dove il violino usa spesso il glissato, su un 6/8 trascinante, dove la band esegue diversi cambi di tonalità. “Welcome to your own dirt” ha un testo da analisi psicologica: “Can you see me with my face in the dark (…) I can smell you (…) you disgust me more”. Il concept si chiude con “Animal mind”: dall’intelligenza umana, alla mente animale e all’istinto di distruzione. Se in “Human kind” eravamo accolti con frasi confortanti come “Welcome to our world”, adesso in una corsa distruttiva ascoltiamo: “We lost ourselves, and lost our world (…) we’re losing control”. L’ammonimento è evidente, gli eventi in atto nel mondo fanno capire che la situazione come la conosciamo non sarà ripristinabile, e starà a noi decidere dove dirigere il cambiamento, verso l’oscurità o verso la luce. E l’outro “Priority”, dominato dalle tastiere, lascia la questione aperta. Siamo animali, ma della specie umana. Riusciremo a salvare il mondo anziché distruggerlo, tramite la nostra specificità? (Gilberto Ongaro)