recensioni dischi
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ADORIZA  "Viaggio in Italia"
   (2019 )

C’è un treno nella nostra vita, un treno che ti porta lontano…”, è così che ho sempre immaginato di viaggiare alla scoperta del nostro bel paese, a bordo di un treno dove improvvisamente il finestrino si trasforma in uno schermo su cui proiettare immagini mai viste, quelle immagini che ti scorrono velocemente davanti agli occhi, che odorano di campi di grano, di aria salmastra, di verdi montagne o di piccole storie, e che hanno il suono e la carnalità dei canti popolari della nostra gente e della nostra terra.

Sono bastate le semplici ed appassionate parole di “Ripa Bottoni Brun Brun”, canzone che apre il disco e che più di tutte rappresenta l’idea di viaggio, ad indirizzarmi sui giusti “binari” per l’ascolto di questo splendido e nobile progetto.

“Viaggio in Italia” è un entusiasmante concerto-spettacolo curato da Tiziana Tosca Donati, Paolo Coletta e Felice Liperi e che adesso è diventato anche un “disco” (a me piace ancora chiamarli così!), dove esprimono tutta la loro bravura e passione, un collettivo di giovani artisti, nati circa due anni fa dal laboratorio di alta formazione della Regione Lazio “Officina Pasolini”, e che con il nome “AdoRiza” portano l’ascoltatore in maniera sublime, delicata e coinvolgente alla riscoperta della sonorità e delle melodie popolari delle nostre variegate regioni italiane.

Il canto popolare è certamente una delle più importanti espressioni dell’animo umano, e questo lo hanno capito e fatto proprio i ragazzi del progetto “ADORIZA” che, con il loro entusiasmo e la loro passione giovanile, hanno rivisitato in maniera magistrale e personale ventiquattro perle della nostra storia popolare, permettendo di riscoprire e comprendere il nostro passato, quel passato più o meno recente su cui si fondano le nostre radici sociali.

Attraverso dolci serenate (“Bella sei nada femmena”, “Bella ci dormi”, “Serenata sincera”), allegre e celebri tarantelle (“E ballati e ballati”, “Diavule diavule”) o semplici canti popolari tramandati da padre in figlio, si riscoprono le condizioni sociali dei nostri antenati, i loro bisogni umani legati al lavoro, all’amore, alla religione, ai giochi, passando anche per tematiche importanti e sensibili come: la guerra, l’immigrazione o la questione meridionale.

Ascoltando e riascoltando l’intero disco ho fatto fatica a trovare un componimento che spiccasse sugli altri, ma forse una menzione particolare la meritano le splendide ninna nanne, che hanno avuto la forza di solleticarmi il cuore e di farlo vibrare di amor paterno, ed una su tutte “Ninne nanne”, una originale versione a cappella in cui tre ninne nanne si “abbracciano” fra loro, interpretate in maniera sublime da Giuli Olivari, Marta Lucchesini, Sara Franceschini e Paola Bivona.

Non me ne vogliano il resto dei musicisti, ma un altro momento di elevato spessore artistico, che ho avuto modo di apprezzare, è stato il pregevole intreccio tra il canto e la teatrale voce narrante presente ne “Lu cacciatore Caetano”, ballata popolare scritta da Giovanna Marini, il “Canto dei filangieri” e il “Lamento dei mendicanti”, canzone scritta dal compositore foggiano Matteo Salvatore.

La spontaneità e naturalezza con cui i ragazzi del progetto “Adoriza” interpretano i testi e i dialetti, è l’elemento di forza dell’intero disco, che nasce e si sviluppo lungo le ventiquattro tracce, nello stesso modo in cui nasce un canto popolare, ossia dalla spontaneità della gente comune, che spesso senza l’intercessione di un compositore, riesce a tradurre in musica e parole i propri sentimenti, grazie ad un linguaggio povero, semplice e talvolta ripetitivo, ma “maledettamente” bello, sincero e vivo.

Tutto questo fa di “Viaggio in Italia” non soltanto un disco e un concerto-spettacolo, ma anche un progetto didattico da proporre in giro per l’Italia o tra i banchi di scuola, per la sua preziosa valenza storica, sociale, linguistica e culturale, un progetto che è tutt’altro che “vintage”, come si direbbe adesso, ma estremamente futuristico perché soltanto studiando e ascoltando il nostro passato, possiamo non ripetere gli errori del presente in un prossimo futuro.

Infine menzione a parte, merita la direzione musicale e gli arrangiamenti del grande Piero Fabrizi (collaboratore di Mannoia, Oxa, Ruggeri, Pino Daniele e tanti altri), che ha avuto la capacità di rendere contemporanee le sonorità dei brani, seppur mantenendone il fascino “antico” e popolare, donando all’intero progetto musicale elevati momenti di compattezza sonora e di gioiosa coralità. Un arrangiamento, quello di Piero Fabrizi e di tutti i musicisti coinvolti, studiato ed eseguito con estrema cura, che rende fruibili al massimo i testi delle canzoni, inserendole senza fatica in un contesto sonoro contemporaneo, un esempio ne è l’arrangiamento dell’antichissima filastrocca Siciliana “Re Bufè”, filastrocca che ancora oggi canto alle mie figlie per strappare loro un sorriso.

"Viaggio in Italia" è un'opera prima che richiede attenzione e pazienza, va ascoltata e metabolizzata con “tempi agricoli”, come li avrebbe definiti il maestro della musica popolare Vinicio Capossela, tempi del resto del tutto naturali per un disco e un progetto che nasce dalle viscere della terra. Voto:9. (Peppe Saverino)