recensioni dischi
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AKE  "I remember the trees"
   (2019 )

“I remember the trees” è il nuovo album di Ake, al secolo Elia Pellegrino, musicista e producer nato e cresciuto fra provincia e montagne che ha preferito sintetizzatori e sequencers al pianoforte, il primo strumento suonato quando si è approcciato al mondo della musica. “I remember the trees” si esaurisce in poco meno di quaranta minuti e comprende sei brani nei quali l’elemento centrale è sempre il timbro, ritenuto preminente rispetto a melodia e ritmica. La sua elettronica fluisce direttamente da campioni vari, droni generati con la sintesi granulare, ma anche dall’incontro fra suoni sintetici ed acustici. “I remember the trees” si schiude con l’incedere piuttosto lineare di “Polvere” e prosegue col percorso più arzigogolato di “Stop listening to it”, in cui suoni sintetici in primo piano si stagliano su una base leggermente rarefatta, alternando passaggi rilassati a momenti scorbutici. “Lotta” ammicca a ritmiche dance, pur restando fondamentalmente un pezzo sperimentale, mentre “We’d have deserved a better future” aggiunge sfumature quasi kosmische e note psichedeliche, parzialmente conservate anche da “In reverse”. In chiusura, i suoni di “Aspettando” si fanno ancora più dilatati e regalano una coda davvero suggestiva al disco. Ake si inserisce in una vivace scena elettronica italica, con un lavoro autentico e già parecchio solido che lascia ben sperare anche per il futuro. (Piergiuseppe Lippolis)