recensioni dischi
   torna all'elenco


THE MIGHTIES  "Augustus"
   (2019 )

Con Augustus, i Mighties decidono di tributare la grande tradizione garage statunitense sia degli anni ’60 (Seeds, Music Machine) sia degli anni ’80 (Cramps, Morlocks), ma non mancano le citazioni al contemporaneo (Black Lips). Formatasi a Perugia nel 2006, la formazione è divenuta stabile nel 2010 e questo è il loro primo LP.

Il disco parte subito al massimo. I ‘60s della West Coast americana compaiono come fantasmi allegri ed euforici in “Caprice de la Drama” e “Back to the Schoole”, ironiche, scanzonate e passionali. Chitarre ruvide, sempre alte nel mixing, organo possente e voce ben modulata e impostata sono i tratti caratteristici del gruppo. Non si tratta, però, di mero tributo né di semplice revival. Le influenze del gruppo, infatti, si incrociano tra loro in maniera organica e coerente. Ed è così che sentiamo i Cramps in “Chinese Drop” e “Girl in the Zoo”, così evidentemente vicine a quel rock ‘80s che si rifaceva ai ‘60s, sulla nostalgia dei Beach Boys che incontrano la schiettezza dei Ramones, ma sentiamo anche i contemporanei Black Lips in “Church of R’N’R”, decisamente più vicina all’alternative rock dei giorni nostri, con una melodia che ricorda quelle di Kevin Morby e Ariel Pink.

Influenze, citazioni e rivisitazioni si inseguono senza sosta, ma la band non rinuncia mai a inserire, in ciascuno degli undici brani, qualcosa di strettamente personale e originale. “Everybody’s Doing” introduce un elemento quasi funky sia nel ritmo che nell’arrangiamento, ancorandosi al punk-rock nell’elemento vocale, e “White Lies” insegue il medesimo punto d’arrivo, con qualche rimando ai Clash nelle batterie e nel basso. Che il titolo sia un omaggio a “White Riot”? “Simon Brown” è più cupa e psichedelica grazie a un organo in primissimo piano, mentre “Casablanca” è un tuffo straordinario nei ‘60s statunitensi. Il disco si chiude con “Shudybabybop”, un numero che potrebbe essere uscito dal repertorio di Strummer e dei Mescaleros. I Mighties, dopo oltre dieci anni, pubblicano un disco d’esordio decisamente convincente. (Samuele Conficoni)