recensioni dischi
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CIRCLELIGHT  "Ties and struts"
   (2019 )

Circlelight è il nome progetto avviato dal solo Emanuele Durante, cantante-autore campano, nel 2015 a Londra, poi trasformatosi in vera e propria band per assecondare il desiderio di esplorare anche territori diversi da quelli dell’alt-folk. Nella primavera di quest’anno ha visto la luce “Ties and struts”, opera prima di Durante e soci, il cui titolo fa riferimento alla meccanica razionale e a tiranti e puntoni che rappresentano forze opposte all’interno di un elemento strutturale. Si tratta di un lavoro piuttosto breve, che lega estetica lo-fi, atmosfere a tratti spoglie e rarefatte come nella più recente tradizione americana, e divagazioni armoniche che evocano addirittura sviluppi britpop. “Ties and struts” finisce così per avere, inevitabilmente, un respiro internazionale, a partire dal passo cadenzato e malinconico di “Sense of unrest” e dalla struttura melodica à la Coldplay di “From the outside”. In generale, i sette brani (otto, calcolando che “Sense of unrest” è presente in due versioni) appaiono sempre centrati, sia nei momenti più intensi e dilatati (“Little help”, “Stay away”) che in quelli più essenziali e ragionati (“Know me well”), senza dimenticare ballad zuccherose come “City of grace”. “Ties and struts” incarna, per il quartetto capitanato da Emanuele Durante, una proposta già solida e personale, che resta in perfetto equilibrio tra tradizione e modernità. (Piergiuseppe Lippolis)