CHRIS BROKAW "End of the night"
(2019 )
Ben noto ai più attenti ed incalliti aficionados dell’indie che fu, l’oggi cinquantaquattrenne Chris Brokaw - già batterista dei seminali Codeine da “Frigid stars” a “Barely real” ed in seguito chitarrista nei Come a fianco di Thalia Zedek – è un musicista e compositore che sorprende ed impressiona per l’intensità del lavoro svolto e per la quantità di progetti che da trent’anni lo vedono incessantemente protagonista.
Tanto infaticabile e prolifico quanto defilato, spazia con eleganza fra colonne sonore ed una sofisticata rilettura della drone-music, in proprio o attraverso collaborazioni illustri: da Thurston Moore a Hugo Race, tra i tanti.
Prima uscita nel catalogo della partnership tra VDSQ Records e tak:til/Glitterbeat, “End of the night” raccoglie dieci tracce strumentali che ben definiscono il perimetro entro cui Brokaw disegna a tinte pastello una serie di bozzetti tenui e docili. Astratti e concisi – due, tre, quattro minuti al massimo – somigliano ad altrettanti schizzi su una tela immacolata. Sono arabeschi aggraziati che ricordano molto il modo di scrivere di Phil Carney con i Desertshore: non spingono, ricamano restando impalpabili ed eterei nella loro sommessa bellezza timida.
Garbata musica di sottofondo, tinteggiata di piccole sfumature jazzy, suggerisce una disposizione d’animo quieta e rilassata, guidata ed impreziosita dalla tromba di Greg Kelley nell’opener “Swimming, Tuesday” o nella deliziosa chiusa della title-track; lambisce territori ambient in “Our fathers”, diviene sinceramente toccante grazie ad un violoncello dolente in “The bragging rights” ed in “Her breathing”, ricorda davvero i Codeine nella cadenza rallentata di “Step outside”.
Figure esili della chitarra trasportano in un mondo immaginario da vivere come vuoi, seguendo l’estro del momento. Musica universale in un clima bucolico. (Manuel Maverna)