recensioni dischi
   torna all'elenco


DARIO DEE  "Dario è uscito dalla stanza"
   (2019 )

Le influenze black di Dario Dee (Prince, Stevie Wonder, Aretha Franklin, Frank Ocean e Mariah Carey) possono indurre in errore, facendo immaginare musiche cariche di vocalizzi eccessivi e cliché tipici. E invece Dario è un sapiente miscelatore di elementi variopinti, tra pop, elettronica e citazioni classiche. Dopo l’EP del 2015 “Nella stanza di Dario 2.015”, la creazione della fiaba musicale “Un sogno ci salverà” nel 2016 e il primo album “Prisma” del 2017, ora arriva il disco di risposta al primo EP: “Dario è uscito dalla stanza”. Si tratta di un’autoproduzione fatta bene, che valorizza soprattutto gli elementi vocali (in “Prisma” Dario aveva diretto le True Colours Chorus). L’”Intro” è un estratto del Valzer op.69 n.1 di Chopin, sopra al quale Dee sussurra dei ringraziamenti rivolti a chi l’ha fatto uscire dalla stanza. Nel singolo di lancio “Il mio pesce corallo rosso” viene vinto un pesce rosso alla sagra di paese, che diventa l’amico migliore: “Da quando ho il mio pesce rosso non ho bisogno di nessuno (…) ma tu continua a girarmi intorno come il mio pesce corallo rosso, nella palla di vetro fino fino”. L’arrangiamento sintetico sostiene la voce sottile e leggermente effettata. Nei titoli successivi, Dee si diverte a giocare con maiuscole anarchiche. “In auto con RAF” celebra una storia d’amore, giunta al decimo anniversario: “E ancora ti amo, in spiaggia a Lipari, oggi come nel 2009”. Accordi blues caratterizzano “SeNZa GRaviTà”, cantata con un falsetto a volte quasi coperto dal potente suono d’hammond, dal leslie roteante. Nelle strofe di “Noi2Vele” c’è spazio per un veloce parlato, come quello di Daniele Silvestri in “Le cose che abbiamo in comune”, per poi intonare un simmetrico ritornello cantato: “Resta con me, ti amerò come nessuno ti ha amata mai, resto con te, mi amerai come nessuno mi ha amato mai”. La titletrack racconta la propria coraggiosa scelta d’abbandonare il lavoro normale, per vivere di musica, con tutte le sue difficoltà: “Ci portiamo negli intestini matasse da sbrogliare (…) il mio cartellino timbrava la mia presenza che poi era più assenza (…) la mia erba sembrava verde, non fraintendetemi, parlo sempre di prato inglese”. Il ritornello è doppiato in coro: “Cullami mondo come fossi un bambino, cullami cullami oh bambino”. L’“INTERLUDE I” mostra un’altra evidente passione di Dario Dee, quella per il vocoder, col quale ripete continuamente “Un sogno ci salverà”, il titolo della propria fiaba. Il vocoder torna anche in “LeONi”, canzone sui consigli non richiesti e sui leoni da tastiera. Qui Dee sovrappone diverse voci, e si diverte a ad uscire fuori dal volume normale sulla voce, invadendo la zona acustica "proibita", dove il suono distorce. Una base elettronica quasi trap (coi trilli di charlie) invade il neosoul di “Su di me”, cantato rigorosamente senza autotune. “Caldo d’Estate, freddo a Natale” è un’invettiva contro la violenza sulle donne, cantata con un testo in prosa: “Guarda il tuo cuore, ha smesso di pulsare, per colpa di quel figlio di puttana, che credevi ti amasse ed invece folle ti massacrava”. Gli uccellini fanno da sfondo all’“INTERLUDE II”, un brano per piano elettrico che fa continue progressioni armoniche, cori e voce che canta parole suggestive. Poi c’è un omaggio a Pino Daniele, con la sua “Arriverà l’Aurora”, vestita con arrangiamento minimale. L’electro pop di “Neve cade…”, dai bassi sincopati come quelli di Alice Merton in “No roots”, accompagna descrizioni simultanee di ambienti diversi nello stesso istante. “MiRiaM_Aria_” è un pensiero rivolto alla Siria bombardata: “Secondo alcuni Miriam non può avere un futuro migliore, deve restare lì sepolta dalla polvere che le si appiccica al viso bagnato di sangue, con quella bomba urliamo libertà e sporchiamo le mani di oro nero”. A sorpresa, nel ponte di questo pezzo viene intonata l’Aria sulla IV corda di Bach a cappella. Infine siamo consolati da una breve cover di Phil Collins “You can’t hurry LOVE (outro)”, dove, a parte la drum, tutto l’arrangiamento è rifatto a cappella. “CuORe ImPAviDO (+)”, dove quel + fa intuire sia una bonus track, è un sospirato invito alla resistenza agli ostacoli, al non perdere di vista la meta finale: “Ti hanno spinto per terra sull'asfalto bruciato, hai voltato il capo sopra di te, sopra te il cielo stellato”. “Dario è uscito dalla stanza” mostra le carte di Dario Dee ed il suo coraggio, col quale traccia uno stile personale che ci auguriamo porti fortuna al suo scopo finale: “Da grande voglio essere felice”. (Gilberto Ongaro)