recensioni dischi
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SVANZICA  "Red reflection"
   (2019 )

Dalla primo demo sono passati 13 anni per gli Svanzica, collettivo veronese sorto in due unità e poi ampliatosi in quintetto, che, dopo aver debuttato nel 2009 con il full-lenght “Eos”, ora si ripropone con “Red Reflection”, frutto di un cammino evolutivo che li ha portati a cesellare un sound con risvolti personali e ben assestati. La grinta è presto conformata nell’introduttiva “Through oceans of quiet” con accenni di prog ed escursioni filo emo-rock dalla stesura coriacea, mentre grandi linee di basso fanno gli onori di casa nel percussivo singolo “First step”, che deflagra senza far rifiatare più di tanto. A tirare un po’ il fiato ci pensa “Lunar verbs”, pur continuando con dettagli energici ed autoritari, mentre “Brotherhood” riaffila lame chitarristiche che tagliano l’orecchio già sanguinolento in una “fratellanza” ossessiva e centrifugante. Ora, a disegnare un bel “Graffiti” ci pensano le pennellate d’accordi hard che rinvigoriscono il muro degli Svanzica, fino a cementarlo con incrollabile impasto. Invece, una delle tracce più fruibili risulta “Whisper of light”, con chitarre vibranti, dai trillati tipicamente rock perché, ogni tanto, è bene non dimenticare lezioni derivanti dal passato. Tra scie di In Flames ed Opeth, nessuno si faccia illusioni: coll’incalzante prog che serpeggia nella lista si viaggia, comunque, a manetta con imprescindibile “Distortion”: di certo, il rischio di udire spesso la densità di accordi ronzinanti, ti persuade che le sonorità risultino abbastanza simili tra un brano e l’altro, ma è sufficiente rifare un altro giro di giostra per accorgerti che, in ogni modo, si trattava di una sensazione sbagliata, e che qualche sfumatura era sfuggita. Invece, “Eternal noontrip” è una mantrica ponderazione semi-satanica, cullata in stile grunge-lullaby che fa discorso a sé anche per la tecnica appagante. Solo ai titoli di coda i ragazzi concedono un respiro di tregua con la decelerata “Jupiter”, caratterizzata da un maestoso finale strumentale. Benché l’opera degli Svanzica sia visibilmente death-oriented, la loro peculiarità è quella di saper abitare anche pertugi melodicamente dolci: aspetto che, senz’altro, potrà incuriosire non solo i metal-lovers ma anche chi ricerca trame più vellutate. Ispirato dal romanzo Lewis-siano “Lontano dal pianeta silenzioso”, “Red Reflection” è un concept-album che, muovendosi tra fantascienza, filosofia e teologia, fornisce aspetti interessanti per non bollare superficialmente un genere, immaginato solo come pregno di schitarrate ma che, invece, sa fornire anche contenuti altamente rilevanti ed esistenziali. (Max Casali)