JOHN FRUSCIANTE "The will to death"
(2004 )
Per iniziare il suo progetto di 6 dischi in sei mesi, John Frusciante decide di andare sul sicuro. Si mantiene infatti il pop rock del disco precedente, profuso in maniera più lineare e omogenea. “The Will To Death” è un lavoro abbastanza continuo, di livello discreto, che cerca uno standard medio più che soffermarsi su canzoni in particolare. Questo fatto è forse dovuto alla fretta con cui è stato registrato, ma non va a rovinare il risultato finale. Anzi, questa minore cura dei dettagli rende le canzoni forse più godibili e meno stucchevoli come poteva succedere a volte con “Shadows Collide”. Un arpeggio fluido apre la densa “A Doubt”; le linee melodiche si inseguono semplici e delicate; è un ascolto piacevole, molto disteso. Cosa che non si può dire per “An Exercise” e “Time Runs Out”, entrambe all’insegna di un rock solare e dinamico, molto gradevole. La semplicità rischia di diventare banale in “Loss”, salvata solo dall’espressività del canto. Si tenta qualcosa di diverso con “A Loop”, dove la melodia ascendente incontra una ritmica inusuale, suoni elettronici di sottofondo e musicalità vagamente orientali; il risultato è buono, mai troppo pretenzioso (come poteva essere nel disco precedente) e con momenti di notevole intensità. “Wishing” e “Far Away” sono ordinaria amministrazione, brani orecchiabili e misurati. Il meglio viene fuori nelle ballate suonate sottovoce come “Unchanging” e “The Mirror” lievi, sottili ed emozionanti. Altro grande momento di intimità è “The Days Have Turned”; la melodia eterea, il ticchettio in sottofondo, l’atmosfera emozionata e la voce labile di John la rendono stupenda, una canzone a cuore aperto, emozionante. Il finale, affidato alla title track, è lo zenit. Una ballata di gran classe; ricca di pathos e dall’orecchiabilità non comune. Frusciante gioca il suo asso, un lento incedere accompagna i versi dolenti e delicati; grande prova di personalità. In questo lavoro viene fuori la capacità del chitarrista di affascinare con poco; non troviamo di certo canzoni complesse qui, ma tutte mantengono un livello tutt’altro che basso. Frusciante sa trovare sempre le note che colpiscono l’anima, le melodie più accattivanti. Il risultato è questo discreto dischetto da ascoltare nei pomeriggi spensierati di primavera. (Fabio Busi)