recensioni dischi
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ANEMA  "Umana città"
   (2019 )

Nata nel 2015 come cover band, gli Anèma debuttano con un primo lavoro di brani inediti dal titolo "After The Sea" datato 2017. Di lì a poco torneranno in gioco con un nuovo lavoro, questo "Umana Città", pubblicato per la Sliptrick Record, i cui nove brani racchiudono un sound potente ed aggressivo. Il combo di Siracusa propone un repertorio pieno di spunti interessanti, che fanno di questo album una fucina ricca di suoni decisi, ben sostenuti da vorticosi assoli di chitarra che si vanno ad amalgamare alla perfezione ad una sezione di tastiere che irruvidisce ulteriormente l'atmosfera. “Umana città” viene ulteriormente esaltato da una linea vocale profonda che conferisce ulteriore corporatura e scure sonorità. Un avvio al fulmicotone con le prime due tracce, “Ombre” e “Blu Assoluto”, lascia spazio a brani più morbidi le cui ritmiche sono particolari, quasi melanconiche, con improvvisi cambi di tempo che denotano ulteriore sinergia tra i quattro ragazzi: “Apartheid” e “Innessenzialità”. Ci si avvia poi ad una seconda parte dalle linee più dinamiche, andando incontro ad un percorso più altalenante, dove si possono apprezzare momenti concitati che lasciano spazio a brani più leggeri, ma senza perdere il filo conduttore di tutto l'album, che riporta il sound ad uno spumeggiante rock progressive in italiano. Metriche semplici, che dimostrano come gli Anèma riescano ad ottenere buoni risultati con il minimo sforzo, anche se leggendo tra le righe di questo disco si può vedere che dietro i testi si nasconde qualcosa di molto profondo e per niente banale. Dunque una buona decisione, quella di lasciare la linea cover band per buttarsi su qualcosa di fresco e personale, tanto da portare alla luce dei lati davvero intensi del combo italiano che riesce ad esprimersi con facilità disarmante. (Fake!)