MANICA "La faccia degli dei"
(2019 )
Manica è un cantautore ferrarese col gusto per il (post) punk italiano che fu e non solo, e che da poco si è presentato al pubblico con un EP di cinque tracce intitolato “La faccia degli dei”, in cui è possibile distinguere molte influenze diverse, che caratterizzano una proposta solida e abbastanza autentica. Ad aprire è “La libertà in questo paese”, con la partecipazione di Dandy Bestia degli Skiantos, con un cantato teso e richiami neanche troppo vaghi agli storici CCCP. Nella successiva “La teoria dei buchi neri”, invece, Manica si avvicina a strutture care all’indie di qualche anno fa: un cantato grave che è quasi spoken, un sottofondo arioso ed una struttura che rimane ascrivibile alla voce “pop”. Con “Marina e Ulay”, invece, Manica propone un valzer leggero ed elegantissimo: è il pezzo meno atteso del lotto, ma comprensibilmente diventa il più affascinante, a testimoniare la capacità di variare, importante anche in un lavoro così breve. In “Parigi”, invece, si fa chiaro il rimando al primissimo Vasco Brondi de Le Luci Della Centrale Elettrica, anche sul piano testuale, mentre la chiosa (“Parole chiave”) è una bella cover del pezzo di Marracash. “La faccia degli dei” è un bell’esordio in termini musicali e testuali, oltre che capace di portare qualcosa di nuovo in un panorama pop/cantautorale italico un po’ troppo arroccato su alcuni schemi. (Piergiuseppe Lippolis)