SHY OF A SPARK "Escape"
(2019 )
Chissà... magari folgorati da un passaggio testuale di "505" degli Arctic Monkeys (''Not shy of a spark A knife twists at the thought that I should fall short of the mark...''), la giovane formazione pescarese degli Shy of a Spark ha deciso di accendere la miccia per scaldare ulteriormente la scena underground, culminata con l'uscita dell'opera prima "Escape". Ma, "fuga" da cosa? Ma come, appena arrivati, se la vogliono già svignare? E dove? Sicuramente dall'uniformità, dall'omologazione, che tentano con ogni sforzo ed energia di esiliare nel più lontano arcipelago della banalità, generando un gustoso dischetto indie, rock,
gothic, wave, e chi più ne ha più ne metta... Danno il via con la placida "Off the record", benchè il tessuto del brano non latiti del tutto di piccole sferzate d'energia. Strappate di basso caratterizzano il singolo "The gardener of Eden" cercando l'allungo in stesure alternate di funky e rock, mentre la ballad "Broken"(prossimo video in uscita) dà modo alla singer Cristina di ostentare ottime modulazioni d'ugola, risultando molto credibile nel raccontare la tematica dell'illusoria libertà che ci viene concessa dal Sistema, che può contare sulla nostra inconsapevole sudditanza. Dopo il normalissimo episodio di "False pretences", che non lascia molte orme nella memoria, si passa all'appassionata ed intensa "Krypton", effigiata di vellutati assoli di chitarra e rilievi di pop qualitativo. Tornano velature di funky rock in "Do not agree", che sanno esprimere con equilibrato dosaggio senza che un genere sia dispotico sull'altro; e la formula si rivela decisamente accattivante. I ragazzi sanno mescolare bene le carte anche nel remix di "Walk alone" perché, prima pensi di trovarti di fronte ad una ballad un po' dozzinale, ma poi sai che la loro indole non può (quasi) mai rinunciare ad inserti strumentistici graffianti ed allora, ben vengano simili condimenti esecutivi. Quando tocca ad "Anubis" hai la sensazione che il brano racchiuda un po' tutte le sfumature caratteriali della band: dolcezza, grinta, determinazione e sorprendente sicurezza. Tagliano il traguardo con l'ulteriore grinta di "Can't help falling", in cui le coordinate di forza e dolcezza tracciano stesure di particolare efficacia. Ebbene, gli Shy of a Spark sono appena al primo lustro di vita ma già con un'identità da consumati veterani, e la giovane età sarà foriera di nuove trovate, in quanto saranno capaci di non invecchiare perdendosi nei meandri dell'appagamento. Perchè? Ve lo suggerisce il nome della band: "Manca poco alla scintilla". Non tarderanno a farla brillare. Nomen omen. (Max Casali)