GUDRUN GUT "Moment"
(2019 )
Sempre più attiva nel suo percorso solista, Gudrun Gut, dopo l’uscita di “Vogelmixe” nel 2016 e la collaborazione nel 2017 con Myra Davies e Beate Bartel per “Instrumental for Sirens”, nel 2018 pubblica “Moment”, per la celebre label Monika Enterprise. Si sente ancora l’impronta degli Einstürzende Neubauten, di cui Gudrun è cofondatrice, sparsa fra queste 14 tracce, fra tessiture magmatiche noise (“Backup”) e sequenze di bassi sbriciolati (“Sein”). La sua voce compare più volte, spesso solo sospirata, e le parole forse sono talvolta ironiche, come in “Startup Loch” (“finanzielle Disaster”). Il tutto su vibrazioni pulsanti e anche taglienti (“Musik”), con ritmi a volte in levare come nella dance. Ci sono diversi episodi brevi, da un minuto o meno, che sono giochi con l’elettronica: in “Shuttle service” con l’arpeggiatore, al quale fa eseguire note fuori dal loop iniziale, come si disperdessero; in “Seltene Erde” invece gioca con la forma dell’onda, quindi col timbro del suono. Un intro di voci trillanti invece fa cominciare “Baby I can drive my car”, espressione di risposta ai Beatles che concedono alla baby di guidare la propria macchina. Gudrun lo fa da sola, e con la propria! Metafora dell’emancipazione femminile, a cui in Germania (forse più che in Italia, chioserei) tengono tantissimo. E la frase del titolo è l’unica ripetuta più volte in inglese, mentre il resto resta in lingua madre. Il ritmo serrato alla fine lascia spazio ad un vuoto colmo di rimbombi. I suoni si fanno acidi per “Boys keep swinging”, dove il synth bass sembra seguire il tipico walking dello swing. La voce viene sdoppiata e deformata più volte, qui come in “Are you hungry?”, tra diversi kick e clap. Dai bassi acidi si passa a quelli nasali nell’electro “Glieder”, chiusa da venti tridimensionali. “FMP” è particolarmente gustosa come strumentale, tra dialoghi fra percussioni e suoni melodici, e reverse; stesso discorso per “Schienersatzverkehr”, parola che spaventa gli italiani, ma che significa “Ferrovia dei trasporti alternativi”. Con “Lover” invece ci si stabilizza su un'unica nota, opportunamente effettata, e su un battito costante sopra al quale arrivano le parole “Come on, be my lover, like no other”, ottima atmosfera per una notte di seduzione in dancefloor. Invece con “Biste schon weg” ci si riaffaccia al trip hop, ambiente in cui Gudrun Gut si è già trovata a proprio agio. Rumori trapananti su un lento trascinante, e un suono cordofono che ripete una melodia grave. Un effetto ipnotico che... Massive Attack fate largo! Per gli amanti dell’elettronica d’alta scuola, “Moment” è un piatto succulento! (Gilberto Ongaro)