LAI DELLE NUBI "Tuèri"
(2019 )
Artisticamente figli degli Explosions in the Sky, i Lai delle Nubi esordiscono con un intimo lavoro post-rock intitolato “Tuèri”, dove sei lunghi brani (il più breve dura 6:59 minuti e il più lungo 10:25) ci trasportano in una dimensione interiore profonda ed emozionante. Tempi lenti, a partire da “Ouverture”, che inizia in sordina, mentre la batteria dopo un po’ inizia a farsi sentire, ma gli altri non la seguono subito; la forza arriva un po’ dopo, ma non ancora al massimo. Le Nubi pretendono il loro tempo, per condensarsi e dar luogo alla tempesta. “Oceani e vulcani” indugia nel piano e anche nel pianissimo, intensità tenui oggi poco esplorate, in tempi di loudness war. Il crescendo è molto graduale, e porta anche a un decrescendo, fino all’improvvisa deflagrazione a metà brano, con distorsione e batteria che insiste sul crash. Nella seconda esplosione riverberano le note nello spazio. Con “Emma” riecheggiano note di chitarra che si mantengono delicate, per quattro minuti, poi la rullata di batteria crea l’enfasi, ma anche quando si arriva alla fase più forte, l’intenzione resta contenuta, introspettiva. Dal solo muro di batteria-basso-chitarra, con “Melancholia” si introduce anche il pianoforte, con appoggi statici di note basse che accrescono il “corpo” del suono. Col riff ritmico sui tom, il brano acquisisce solennità, mentre il basso cerca di ampliare l’armonia giocando talvolta sui rivolti degli accordi. Da notare che qui c’è, in zona pianissimo, la chitarra suonata rapidamente come un mandolino, che fa sempre il suo effetto strappalacrime. E da lì a poco la catarsi elettrica, per buttarsi via definitivamente nelle proprie suggestioni personali, al massimo del volume. Si dilaga ancora in “Voci per un neon” e in “Terapia B-29”, più o meno con la stessa ricetta dei brani precedenti. Con questo lavoro, i Lai delle Nubi partono bene, si fanno conoscere e comunicano la propria precisa collocazione, dimostrando di saper mantenere la stessa sensazione di vastità dei gruppi più noti nel genere. Il prossimo passo sarà personalizzare di più la già bella formula. (Gilberto Ongaro)