recensioni dischi
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JAM AND SPOON  "Tripomatic fairytales 3003"
   (2004 )

Ci sono volte che si vorrebbe gridare di rabbia, per dischi belli che non vengono assolutamente distribuiti, come questo. Jam and Spoon, duo tedesco che si era fatto un nome arrangiando, riarrangiando, mixando e rimixando qualsiasi cosa. E che ogni tanto cercava di far con le proprie gambe: come a metà degli anni ’90, quando la formula techno pesante + chitarra flamencata + voce soave della cantante Plavka portò a grandi successi: “Right in the night”, “Find me”, “Angel” soprattutto. Nel 2004 uscì questo nuovo album a loro nome, una specie di gigantesca compilation di generi, stili, voci diverse: c’è Jim Kerr, a dar forza a “Cynical heart”; c’è Dolores O’Riordan a graffiare su “Mirror lover”, c’è Midge Ure a rendere monumentale “Something to remind me”, roba che fosse uscita 20 anni prima avrebbe potuto mandare gli Ultravox in orbita. C’è rock e trip, lenti e rabbia, praticamente un Bignami dello scibile umano in un unico, spettacolare disco. “Set me free”, con la voce di Rea (leader di tali Reamonn, sconosciuti in Italia), fu ottimo successo continentale durante l’estate del 2004. Non ci si poteva annoiare ma, ovviamente, era roba troppo di classe perché qualcuno se ne potesse accorgere, al di là degli aficionados. E nessuno potrà tornarci su, dato che Mark Spoon nel gennaio 2006 è andato a remixare nel paradiso dei DJ. Ma, se vi capita sott’occhio, ascoltate questo cd. Merita. Se non altro perché Plavka non è niente male. (Enrico Faggiano)