recensioni dischi
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DEAD OR ALIVE  "Mad bad and dangerous to know"
   (1987 )

Seduto sul tetto del mondo, laddove "You spin me round" lo aveva portato, Pete Burns si godeva il successo, mentre la scrittura del nuovo, atteso album andava avanti. Ma calava intanto la voglia di prestarsi ai giochi discografici, che lo costringevano a limitare la sua immagine, per renderla più appetibile alla platea. Uffa, avrà sbottato, mentre uscì il nuovo singolo "Brand new lover". E arrivò anche l'album, qualche mese dopo, e con lui i problemi: intanto, il marchio Stock-Aitken-Waterman stava appiattendo con i suoi suoni tutta la musica inglese, ed era difficile riconoscere il nuovo mix dei Dead or Alive da quello, che so, delle Bananarama o di Samantha Fox. Poi, meno compromessi, e con questo meno spazi: il video di "Something in my house" che faticò ad entrare nelle rotazioni, visto come lui mangiava lascivamente una banana. Il successo non fu lo stesso, e per il gruppo cominciò la discesa. Ci fu un altro album, "Nude", che non lasciava spazio all'immaginazione, a partire dalla copertina. E video sempre più XXX rated, mentre il look di Pete Burns andava sempre più assomigliando a quello di Cher, o viceversa. Ma il marchio è tuttora esistente e, tra una raccolta e un album nuovo (pochi, a dire il vero: il più recente "Fragile" è del 2001), ogni tanto si fanno ancora vivi. Anche se, in radio, non vanno al di là dell'ennesimo remix di 'You spin me round', che ne conta ormai tanti quanti i passaggi dal chirurgo estetico della Pete. Avrà fatto cambio sesso, come tanti dicono? Ai posteri l'ardua sentenza. Intanto, passato anche dall'Italia per un "Meteore" di qualche anno fa, quasi prese a borsettate l'incauto Enrico Papi che gli chiese "ma vai anche a fare la spesa, vestito così?". Però la risposta non arrivò. Sarebbe stato uno scoop. (Enrico Faggiano)