recensioni dischi
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BLUMOSSO  "In un baule di personalità multiple"
   (2018 )

Dopo anni in solitaria, il cantautore Simone Perrone ha voluto moltiplicarsi formando i Blumosso, chiamando a sé altri 3 musicisti per generare un progetto che proietta in alto il pop d’autore con accenni indie. Il fatto rilevante è che, per l’esordio, sceglie di collegare le 10 traccie di “In un baule di personalità multiple” con un filo conduttore: l’amore. Non trattato in modo melenso,come spesso succede, ma con un’analisi lucida, investigativa, per tentare di abbracciare i molteplici risvolti di timore, gioia ma anche disinganno. Il brano starter è “In un albergo di Milano”: gustoso pop melodico sugli stilemi di Ivan Graziani, cosi come “Irma cara”. Delicati ricami di chitarra danno le giuste sfumature a “Diverso” ed a “Il giorno che ti ho incontrato”, ed entrambi i brani sono altamente fruibili per la loro indubbia e garbata leggerezza. “Abbracciami amor mio” è una sfera-ballad che rotola senza intoppi con stimoli suggestivi. Diversamente, “Piovere” ha un’insolita farcitura d’elettronica, centrando il bersaglio vincente con un bizzarro arrangiamento lanciato nello spazio e sorprese dietro l’angolo, mentre agile e ritmata è “Hai finito la noia”, che ha il carisma di un singolone che ti prende con inconsapevole volontà. Il piacere cronologico dell’album è che serpeggiano molti riferimenti culturali, a cominciare dal titolo: “In un baule di personalità multiple” evoca Fernando Pessoa, formidabile poeta portoghese, e quel baule non è altro che il simbolismo degli aspetti emozionali conosciuti, inediti o scoperti in corso di vita, capaci di sgretolare, in un attimo, le più ferme convinzioni dell’anima cementate in noi, o che fan franare mitizzazioni di persone che si riveleranno tutt’altro che pure, come recita la trama di “Quella maledetta estate (mi ricordi)”: episodio dinamico e snello che farebbe strizzare l’occhio anche a Francesco Gabbani. Con l’ausilio del pianoforte e poco altro, i Blumosso chiudono la tracklist con “All’ultimo secondo”, regalando fascino e tessuti fantasiosi in clima malinconico e nostalgico. Il pregio sorprendente dei Blumosso è quello di aver volturato osservazioni di dettagli,all’apparenza normali e trascurabili, in quadretti tattili rappresentativi del romanzo di vita, pennellando con classe quei colori che andrebbero sempre ri-dipinti senza farli st(r)ingere nella morsa del disinganno. (Max Casali)